Quando uno fa il turista

... è talmente ossessionato dall'idea di catturare tutto quello che gli passa davanti, che fa delle azioni improbabili e illogiche, come queste, magari per riprendere foto già fatte un milione di volte, che si possono trovare nelle edicole lì vicino.
Vediamo queste immagini riprese da un turista olandese, di nome Hans van de Vorst, una decina di anni fa in Arizona, nel giro turistico del Grand Canyon, e diffuse poi in rete, con i commenti originali dell'autore che girano assieme ad esse in rete.

La foto del secolo
I was simply stunned seeing this guy standing on this solitary rock at The Grand Canyon .
The canyon's depth is 900 meters (3000ft) here.
The rock on the right is next to the canyon and is safe.
Watching this guy - wearing flip-flop sandals - with camera and tripod, I asked myself three questions:


1. How did he get onto that rock ?
2. Why not take that sunset picture from the rock to the right, which is perfectly safe?
3. How will he get back?


After the sun set behind the canyon's horizon, he packed his things (having only on free hand) and prepared himself for the jump.


This took about 2 minutes, and at that point, he had the full attention of the crowd of tourists.


He's now at the point of no return - he jumped in his flip-flops.
Now you can see that the safe rock is higher so he had to land lower - which was quite steep - and tried to use his one free hand to grab the rock.


Look carefully at the photographer.
He has a camera, a tripod and a plastic bag, either on his shoulder or in his left hand.
Only his right hand is available to grab the rock and the weight of his stuff is a problem.


He landed low - his right hand and right foot are slipping.
At this very moment, I took this shot.
He then pushed his body against the rock, waited for a few seconds, threw his stuff up on the flat rock , climbed up and walked away, presumably to a bathroom to change his shorts.
I know I had to change mine - and I was only watching !
(Hans van de Vorst)
 

Arrivare nel Salento

Nuova meta di moda in alternativa al solito Sud della Toscana, luogo effettivamente bello e assai piacevole. Ma come arrivarci senza faticare troppo se non si abita già in Puglia?
Vediamo alcune alternative, partendo da Roma per arrivare ad esempio a Castro, al centro del Salento e sul mare.

Auto
Sette ore da Roma centro secondo Google Maps, realistico, probabile anzi che con le soste (dipende da quanto sono resistenti i passeggeri) ci si voglia di più.
Partendo ad esempio alle 7 si arriverà tra le 14 o le 15. Piuttosto stanchi.

Aereo
Bisogna arrivare all'aeroporto di Brindisi e poi prendere un'auto a noleggio. Brindisi non è tanto vicina alla meta e il tempo che si risparmia non è molto.
Partendo sempre alle 7:
- 45' per arrivare all'aeroporto (taxi)
- anticipo di almeno 60' d'estate
- volo (ipotetico) alle 8.45
- arrivo a Brindisi alle 10.00
- 30' per uscire e completare la consegna dell'auto
- 1 h e 30' di viaggio
- arrivo alle 12.00 per un totale di 5 ore di viaggio tutto liscio
- in pratica con anticipi prudenziali, auto in parcheggio lunga sosta (+30') e piccoli inconvenienti vari è più realistico considerare 5h30'-6 ore

Treno
Sei ore  o poco meno da Roma a Lecce con il Freccia Argento. Prendendo anche in questo caso un'auto a noleggio il percorso è più corto, ma non di molto. Sempre secondo Google sono circa 50', che si aggiungono ai soliti tempi morti per la consegna. Ci si metteranno non meno di 7 ore.

In sintesi
L'auto rimane in questo caso la soluzione meno costosa con tempi necessari molto simili al treno e non molto superiori all'aereo. Bisogna avere però un guidatore volontario abbastanza resistente.
L'aereo è più veloce ma non di molto (1/3). Basta poi un semplice ritardo tipico estivo di mezzora per avvicinarsi pericolosamente ai tempi dell'auto o del treno. Che però possono avere anche loro gli stessi ritardi, con medesima probabilità.
Ovviamente è anche più costoso, a meno di trovare improbabili low cost.
Il treno è una via di mezzo per costi (ma per una percorrenza così lunga sarebbe preferibile la prima classe) e naturalmente il costo dipende anche dal numero di persone, come con l'aereo.
Quindi: per il fattore complessivo comodità / tempo prevale l'aereo.

Chiaramente salendo verso il Nord l'aereo diventa progressivamente una scelta obbligata per chi non vuole passare un giorno intero in auto.
Ma comunque ne vale la pena (vedi le foto, (c) AMT)












L'auto a noleggio

La maggior parte delle persone in Italia viaggia in auto (il 75%, pare), in effetti arriva così in ogni angolo del paese, e di solito a minor costo, soprattutto se in auto ci sono più persone. Ma questo non è straordinario, visto che siete voi a fare una buona parte del lavoro (guidare). Molti dicono che guidare li rilassa o che non costa nessuna fatica, ma se fosse così per gli autisti professionisti sarebbe molto difficile trovare lavoro.
Per i pigri ci sono mezzi di trasporto più comodi e veloci, certo a volte imprecisi e scomodi e spesso costosi, ma con l'alta velocità e gli aerei low cost ci si può muovere piuttosto bene.
Resta il problema di arrivare alle destinazioni meno servite, in particolare, appunto, volendo sfruttare la rete ad alta velocità, e volendo evitare la rete regionale di Trenitalia (che è, appunto, da evitare accuratamente, per chi può) o utilizzando gli aeroporti decentrati scelti spesso dalle compagnie low cost.

Per questo scopo l'auto a noleggio costituisce un interessante complemento. Per pochi giorni, o nei week end, tariffe speciali e sconti vari consentono di prendere un'auto con poche decine di Euro al giorno, e di fare gli ultimi 50 Km (esempio) che separano la propria meta dalla più vicina stazione alta velocità nel modo più comodo e rilassato. Avendo poi anche a disposizione un'auto per i piccoli spostamenti.

Noleggiare un'auto come privati (capita più spesso per lavoro) può richiedere però qualche attenzione in più. La prima cosa che si scopre è che occorre obbligatoriamente una carta di credito non prepagata, non Postepay. Il motivo è che vi prestano un oggetto che costa 8 o 10 mila Euro (o più) e chiedono qualche garanzia.
La prima garanzia la caricano direttamente sulla carta ed è una specie di franchigia che anticipate per coprire i piccoli inconvenienti, cioè il mancato rifornimento di benzina o la consegna con ritardo o in un'altra città. Al prelievo dell'auto sulla vostra carta saranno quindi caricati comunque 200 - 300 € anche se la tariffa è 50, che saranno poi direttamente rimborsati sulla carta alla riconsegna (se senza inconvenienti).
La seconda garanzia è la copertura rispetto a inconvenienti più grossi, ovvero un incidente con colpa del conducente o il furto dell'auto. Per questo non vogliono una carta prepagata. Vogliono essere sicuri che ci sia abbastanza capienza per la franchigia che vi caricheranno in questo caso.
Che sarà dell'ordine di 800-900 € nel primo caso e di 1500 e più nel secondo (dipende anche dall'auto). Quello che dovrebbero pagare di franchigia loro con la loro assicurazione e che scaricheranno (con gli interessi, credo) a voi. Oltre che un disincentivo a farsi rubare l'auto o a guidare in modo spericolato.

E qui arriva il primo dilemma per chi noleggia: assicurazione sì o assicurazione no? Infatti vi proporranno immancabilmente una assicurazione aggiuntiva che abbatte in entrambi i casi la franchigia a un più digeribile importo di qualche centinaia di Euro, ma abbatte anche del tutto gli sconti cui accennavo prima.

E' chiaro che per girare tranquilli bisognerebbe farle. Ma possiamo anche chiederci prima di accettarle da quanto tempo non facciamo incidenti per nostra colpa e dove andremo e dove sarà custodita l'auto. Se sarà in sosta per pochi giorni, ad esempio, nel parcheggio di un hotel, possiamo anche provare a fidarci. Così per gli incidenti, a meno che siate seguaci di Murphy ("se una cosa che non deve succedere può succedere, succederà" e relativo corollario "Murphy era un ottimista").

A proposito di piccoli incidenti occorre sempre controllare l'auto e verificare se sono presenti segni e graffi. Da controllare i punti tipici (bordo delle portiere, paraurti verniciati) e i posti impensati (tetto, parabrezza) e poi farli segnare. Non occorre però essere maniacali, normalmente applicano il buon senso e non hanno come obiettivo primario quello di fregarvi, sono compagnie che puntano alla customer satisfaction.

Altra cosa a cui fare attenzione è il pieno di benzina. La consegnano con il pieno e la dovete riconsegnare con il pieno. Altrimenti il rifornimento lo fanno loro e, per qualche ignoto motivo, a loro il carburante costa circa 1 volta e mezza che a voi. O meglio, non tanto misterioso: è che in questo caso caricano l'IVA sull'importo più una "quota lavoro" per il rifornimento. Magari sarà complicato cercare un distributore aperto in una città sconosciuta, magari di Domenica, ma cercatelo, anche diversi chilometri prima va bene lo stesso, non è che misureranno il carburante presente con una sonda.

La riconsegna di Domenica cui accennavo e l'altra cosa a cui fare attenzione. Ci sono diversi tipi di agenzie. Quelle negli aeroporti di solito sono sempre aperte tutti i giorni (magari possono essere chiuse di notte). Quelle vicino alle stazioni sono invece solitamente chiuse la Domenica. Se è questo il giorno in cui dobbiamo ripartire è meglio informarsi bene, e in anticipo, sulle modalità di riconsegna. Vi proporranno un garage convenzionato che seguirà però precisi orari, o un parcheggio pubblico nel quale, secondo loro, c'è sempre posto, ma che troverete sicuramente occupato, e magari a pagamento.
Se ci sono più agenzie di diverse compagnie (Europcar, Hertz, Maggiore, Sixt ecc.) chiedete a tutti e scegliete la più comoda per questo aspetto, senza guardare alle (normalmente) piccole differenze di prezzo.

Le multe? Quelle in ogni caso arriveranno a voi, è una delle condizioni che avete firmato, e arriveranno anche dopo i 90 giorni canonici e non potrete fare ricorso, perché le compagnie possono detrarre i giorni che impiegano a individuare il guidatore nel giorno della contravvenzione.

Infine come ultima cosa la scelta del modello. Che deve essere il più piccolo ed economico possibile. A meno che dobbiate far colpo su qualcuno o qualcuna. Quindi classe A o B, tanto spesso non saranno disponibili e vi daranno allo stesso prezzo una categoria superiore. Nel caso siano proprio quelle, facendo pochi chilometri non sarà un problema.

Dopodiché, l'unica cosa che rimane da fare e guidare con prudenza e attenzione e godere dell'auto per l'uso più comodo che consente: brevi viaggi in luoghi ameni o cari (nel senso affettivo del termine), e non lunghe percorrenze a bassa velocità (se rapportata a treni o aerei).

Alberghi e prese della luce

Non c'è interfaccia al mondo meno standardizzata della più diffusa e più antica: la presa della corrente elettrica. Più di 100 anni non hanno convinto l'umanità ad adottare un unico standard per semplificarsi la vita. A parte la nota differenza tra le spine (maschio) europee continentali a spinotti cilindrici e quelle a taglio, rettangolari, in uso nei paesi anglosassoni (e qui penso proprio che Napoleone non c'entri) occorre fare attenzione anche ai tedeschi e a tutta la loro vasta area di influenza centro europea.

Loro adottano come noto un tipo di presa chiamata Schuko, ma che in Italia per misteriosi motivi è chiamata da tutti "presa Siemens" (probabilmente in memoria dei primi elettrodomestici che la montavano), quella rotonda con la terra attorno. Sarà magari migliore e più sicura di quelle lineari usate in Italia (e infatti è usata per gli elettrodomestici e come presa industriale) ma allora non si capisce perché non l'adottiamo universalmente. E utilizziamo invece per ogni nuovo elettrodomestico che acquistiamo quelle "spine di passaggio" che per qualche motivo in casa non si trovano mai quando servono, pur se ricordiamo di averne comprate, negli anni, a decine.

Andando in Germania o in altri paesi dove le prese a muro sono fatte in questo modo il problema non sarebbe tanto pressante, poiché le spine a due spinotti dei caricatori dei telefonini e simili (a basso amperaggio) entrano lo stesso.
Il problema nasce con le spine a standard italiano per correnti più elevate a tre spinotti (con la terra al centro) che invece proprio non ci entrano. Ad esempio quelle degli alimentatori dei notebook.

Se capita e se non avete portato un adattatore è improbabile che chiedendo a un grande albergo con la sua organizzazione gerarchica e strutturata ve ne forniscano una. Sanno che difficilmente gli utenti si ricordano di restituirla, e la gestione del prestito per un oggetto da 1-2 Euro non vale la pena. Quindi le vendono a prezzi di rapina (tipo 9-10 Euro).

Consiglio
Verifica dello standard delle prese e presa di passaggio in valigia (pesa poco), oppure rinunciare agli apparecchi elettrici e ai notebook soprattutto, e passare o tornare ai Moleskine.

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