Tripadvisor è attendibile?

Il turismo è il settore che più rapidamente di tutti si sta affidando alla rete. Un numero sempre crescente di viaggi, soggiorni e pacchetti è acquistato in rete, e le diffidenze sull'e-commerce e sulle carte di credito usate online sono travolte dalla convenienza del prezzo, dalla possibilità di fare confronti e dalla immediatezza del risultato. Anche guide, libri di recensioni di ristoranti e altre risorse sono via via travolte dai feedback dei visitatori stessi. La domanda che però quasi tutti si pongono è se le recensioni siano attendibili o possano essere pilotate.

Esistono allora guide o articoli che forniscono indicazioni su come verificare se una recensione di Tripadvisor (sito numero uno del settore al momento tra i visitatori che usano lingue con alfabeto latino) è veritiera o meno.
Ma non è necessario, Tripadvisor non è altro che uno dei tanti servizi sulla rete che funziona bene grazie alla forza dei grandi numeri. Il primo è stato Google con il suo ranking, ma poi sono seguiti Shazam per il riconoscimento delle canzoni, lo stesso traduttore di Google e molti altri. E' il numero elevato, che riduce statisticamente gli errori, e non il controllo a priori eseguito in modo automatico o manuale, a garantire la qualità del risultato.

Quindi, come abbiamo sperimentato anche noi, inserirsi come recensore è un processo semplicissimo e senza barriere. Non è necessario dare il proprio nome e cognome reale, né dimostrare di esserci stati con scontrini di viaggio o vaucher. L'unico controllo (automatizzato) è un delay che attende le prime tre recensioni prima della pubblicazione. Poi si entra a far parte della sterminata famiglia dei recensori, che siano iperattivi come quelli citati nel post precedente o si limitino ad un viaggio l'anno.

La forza dei numeri richiede uno sforzo notevole per un gestore che volesse contrastare con recensioni pilotate quelle che riceve e che non sono gradite, che diventa uno sforzo immane per servizi con grande massa di utenti tipo compagnie aeree o grandi alberghi.

In sintesi, la prima e quasi unica cosa da controllare per verificare se il giudizio che viene dato ad un ristorante o un albergo o a qualsiasi altro servizio è da prendere in considerazione è il numero delle recensioni, relativamente al tipo di servizio offerto. Se sono poche devono essere esaminate attentamente. Se sono molte il giudizio complessivo è attendibile, ma bisognerà poi analizzare le motivazioni del giudizio. Può darsi, e capiterà spesso, che siano legate a caratteristiche del servizio che non sono quelle che cerchiamo noi, che magari siamo orientati da suggestioni diverse, come il nome dell'esercizio o la località in cui si trova. Un ristorante che non fa cucina tipica ma ricercata e internazionale, o viceversa, o un villaggio turistico apprezzato per l'animazione piuttosto che per la bellezza del luogo e del mare.

In un prossimo post qualche approfondimento con esempi sulla lettura critica delle recensioni.


(Le immagini si riferiscono ad un piccolo albergo ad una stella, diventato celebre grazie a Tripadvisor, ai primi posti in Italia dal 2010 per il rapporto qualità prezzo e confermato anche nel 2012 a forza di centinaia di recensioni ultra positive, il Vecchio Asilo di Ulignano, in Toscana. L'unico rischio per loro a questo punto è l'aspettativa elevatissima dei nuovi clienti. Sono al completo comunque per un anno almeno)

Viaggiatori infaticabili e malati di Tripadvisor

Chi sono i più compulsivi recensori di TripAdvisor nel mondo? La newsletter inviata ai recensori anche meno assidui informa che un certo BradJill di Hong Kong nel 2012 ha inserito 859 recensioni e 6962 foto. O si tratta di un nome usato da più persone oppure ha impiegato più tempo a scrivere dei luoghi del mondo e a fotografarli che a vederli.
Un approfondimento può essere utile per capire come funziona TripAdvisor.

Il recensore di ristoranti numero uno invece ha come nickname DogSheep ed è inglese. Sono 294 le recensioni di pranzi o cene ai ristoranti che ha inserito. In un anno ci sono 365 giorni e quindi quasi ogni giorno dell'anno ha mangiato in un locale. Non deve essere molto soddisfatto della cucina di casa sua.

Sugli alberghi la numero uno viene dalla Russia, Jula Pech e' il suo nome, e dichiara una fascia di età 18-24. Forse è una escort russa che opera a livello internazionale, nello stesso giorno pubblica recensioni anche di due, tre o più alberghi nella stessa città. Le recensioni sono 227 in un anno per la signora Jula, che quindi è stata per più della metà dell'anno in viaggio.

Per le attrazioni turistiche abbiamo in testa uno spagnolo, Benny Malaga, a poca distanza dal recordman di Hong Kong, 786 recensioni per lui.

Il viaggiatore numero uno del mondo e' ancora russo, VladVK ha visitato 57 paesi nel 2012, quindi più di uno alla settimana, e un terzo dei paesi del pianeta lo hanno visto per qualche giorno (o qualche ora) sul loro suolo. Ignoriamo che lavoro faccia.

Sempre per i russi un altro record, le recensioni più positive. Sono i viaggiatori più felici secondo Tripadvisor. Ovviamente non ci riusciamo a trattenere dal pensare che il clima della Russia, o magari qualche altro elemento, abbiano un qualche ruolo in questo propensione a vedere positivo.






Possiamo anche avere il sospetto che queste recensioni non siano vere, siano scritte per conto degli esercenti, o siano inserite da più persone. Ma andando a vedere le pagine dei recensori sembra che non sia così. L'infaticabile BradJill ha la gran parte delle recensioni tra Hong Kong, Macao e dintorni (si fa per dire dintorni, naturalmente), quindi forse è una persona che viaggia per lavoro e fotografa a raffica come fanno di solito gli orientali, e poi inserisce le recensioni col tablet mentre fa anticamera dai clienti. Per Jula Pech il sospetto rimane quello visto il ritmo con cui viaggia da una città all'altra. Ma forse è solo la moglie di un nuovo ricco russo (o un nuovo ricco lei in proprio) e gira per vari alberghi prima di sceglierne uno. Anche Dogsheep, che dichiara di essere un signore over 50 (e il nick si riferisce al suo cane) pubblica le foto dei ristoranti e anche dei piatti che ha mangiato. Le recensioni di Jula sono quasi tutte positive (ma dei russi abbiamo detto). Quelle del cinese Brad invece in maggioranza negative. Il mondo è pieno di persone singolari.



Viaggi senza euro

Non era un problema ai tempi dell'euro forte, quando il cambio favorevole copriva i costi e le differenze di prezzo. Ma la crisi finanziaria del 2012 ha riportato d'attualità il cambio di valuta.
Che e' una necessità ineludibile quando si esce dall' Europa, ma non lo era all'interno della Comunità Europea.

Dove ai bei tempi si poteva circolare liberamente, senza neanche mostrare i documenti, come quando si va dall'Emilia alla Toscana, grazie agli accordi di Schengen, usando la stessa moneta oppure, se proprio era necessario cambiare, coprendo i costi del cambio col cambio più favorevole dell'Euro . Schengen e' pian piano sparito sotto i colpi del pericolo terrorismo e della fobia per l'immigrazione clandestina. E ora anche il cambio deve essere attentamente valutato se il nostro obiettivo sono, per esempio, i paesi scandinavi, per vedere se veramente sono così pericolosi come li descrivono i thriller di moda.


Alla commissione del cambio non si sfugge. Il modo migliore per cercare e ottenere un cambio il più possibile vicino a quello ufficiale e' effettuare l'operazione prima di partire, alla nostra banca. Sperando naturalmente che nel tempo che passerà prima del viaggio le fluttuazioni non ci penalizzino. Ma avendo poi il problema di partire con un mazzo di banconote e con i relativi patemi d'animo.

Usando invece la strategia più comoda, quella di usare in prevalenza la moneta elettronica, dovremo sopportare inevitabilmente il tasso di cambio deciso dal gestore, inevitabilmente più alto (ma non a nostro vantaggio) per coprire, dicono, i loro costi (più probabilmente: i loro guadagni).

Poco male quando alla fine era il 2 o 3 % in più, a conti fatti. Ora invece, confrontando i costi di paesi dentro e fuori l'area euro ci possono essere differenze del 10 o del 20%. Variabili in base al momento e quindi, per giunta a sorpresa. Quindi rimanere in area euro, nei 17 paesi che (almeno per ora) condividono anche la stessa moneta, equivale a viaggiare con lo sconto. Ed e' quindi consigliabile, non solo per l'interesse nazionale.

Fjällbacka in inverno

Infobus a Roma

Roma e' una capitale con una particolarità, per chi la vuole girare in bus, come fanno quasi sempre i turisti: i mezzi pubblici non hanno un orario. Inutilmente i turisti cercano sulla palina l'ora a cui dovrebbe arrivare il prossimo bus. Trovano solo, quando va bene, qualche indicazione generica, come la frequenza delle corse nelle  fasce orarie.

I motivi sono vari e non e' qui che devono essere approfonditi, ma sostanzialmente derivano dal fatto che e' anche la città d'Europa con la più alta percentuale di auto private in circolazione, in rapporto con il numero di abitanti.
Sta di fatto che gli orari non ci saranno mai, ma in compenso l'Atac, l'azienda che si occupa dei servizi di mobilità nella capitale, sta tentando di coprire in parte questa carenza con un altro sistema, far sapere il tempo d'attesa per il prossimo bus, come avviene di solito sulle metro. Una gestione dinamica e adattativa, piuttosto che statica e programmata, che meglio di adatta al variabile dinamismo, diciamo, del traffico della capitale.

Tutti i bus dell'Atac hanno un trasmettitore GPS a bordo, da anni, collegato a una centrale, e quindi questa informazione c'è. Per farla conoscere agli utenti in attesa alla fermata, anni fa e' stato lanciato un programma di installazione di paline elettroniche, con display. Soltanto che sono costose, soprattutto per la manutenzione, e sono rimaste limitate a poche linee centrali.

Poi hanno pensato ad internet, e anche questa possibilità c'è da tempo. Solo che serve uno smartphone e anche un possessore molto abile per collegarsi al sito e ricavare l'informazione al volo mentre si e' in giro, magari con pacchi od ombrelli.

Finalmente e' arrivata una buona idea, un numero da chiamare, al quale comunicare a voce o con la tastiera del telefonino il numero della palina. La risposta saranno i bus in arrivo elencati in ordine di arrivo, con il numero di fermate di distanza e il tempo di attesa stimato. Un'attesa quindi psicologicamente più leggera perché viene eliminata la incertezza e, in più, con la possibilità di scegliere strategie alternative. E' appunto il servizio Infobus già operativo in beta test e di prossima diffusione, purtroppo in prima versione disponibile solo in italiano.

Agadir estate e inverno

Spiagge sconfinate davanti all'Oceano atlantico, palmeti nell'entroterra, un antico borgo di pescatori, clima caldo secco, ma temperato dal mare quando da noi e' inverno, e tutto cio' a sole 2 ore d'aereo dall'Europa. Un posto ideale per creare un nuovo villaggio turistico dove fuggire dalla nostra fredda e piovosa Europa (del Centro-Nord). Ed e' proprio l'idea che ha avuto il Club Mediterranee negli anni '50 aprendo uno dei suoi primi villaggi e lanciando questa formula di vacanza, che ha avuto poi negli anni successivi un grande successo e molti emuli.
Soltanto che a pochi leggendo la descrizione tipica di Agadir viene spontanea la domanda "ma se d'inverno e' caldo, d'estate che clima farà'?

E' difficile che sia lo stesso, perché Agadir non e' all'equatore, e gode di questo clima particolare, quasi una inversione termica, grazie al fatto di non avere ostacoli naturali, ma solo l'oceano Atlantico, dalle sue spiagge sino all'altro emisfero, ed e' quindi esposta ai venti costanti che arrivano dall'Oceano Atlantico del Sud, che sono caldi e secchi d'inverno e freddi e umidi d'estate.
Il risultato e' che nel pieno dell'estate, quando ad Agadir ci vanno gli italiani, forzati delle ferie in luglio e agosto, ad Agadir alla mattina presto e alla sera fa piuttosto fresco e spesso il cielo e' coperto di nubi, oppure c'è foschia o leggera nebbia. Poi, col procedere della giornata il sole caldo (siam quasi al tropico) fora quasi sempre le nuvole e la giornata diventa calda. Non esattamente il clima ideale per un soggiorno in un villaggio turistico.
Nelle guide c'è anche scritto, ma a giudicare dai molti turisti che ogni anno rimangono delusi e sorpresi da questo fenomeno climatico, non tutte le leggono.


Maldive si, ma ...

... attenzione ad alcuni particolari che sulle brochure non si trovano.
Per cominciare, le isole sono all'equatore, dove, per chi ricorda qualcosa della geografia delle medie, la durata del giorno è sempre la stessa ed è uguale alla notte, 12 ore precise.
Questo significa in pratica che chi va in estate e arriva da giornate con 15 o 16 ore di luce, si gode splendidi tramonti alle 6 di sera e poi 12 ore di notte, come da noi in inverno.
Per chi va invece in inverno lo stacco e' meno brusco, ma comunque ci si renderà presto conto di non essere arrivati nel paese dell'eterna estate.


Dell'estate c'è invece sicuramente il caldo e il sole cocente, ma un'altra sorpresa attende il turista, non è infatti il caldo secco che magari obbliga a stare al riparo nelle ore calde, e che è messo in conto o addirittura cercato. Sono isole circondate dal mare, basse, piccolissime, senza microclima, non possono che essere immerse in un'area con un elevato livello di umidità . Esattamente quel clima che in estate combattiamo con l'aria condizionata al massimo. Ma a casa nostra, non nella nostra vacanza di sogno.
E infatti nei lussuosi bungalow, dove la brezza marina non aiuta, anche i più convinti sostenitori delle vacanze "nature" difficilmente riusciranno a far a meno dell'aria condizionata.

Resta l'amico sole che splenderà magari solo per 12 ore ma splende a perpendicolo per buona parte di esse. Insomma come stare sempre "nelle ore centrali del giorno", quelle sconsigliate dai dermatologi. Tutti quelli che non hanno la pelle del colore degli abitanti del luogo devono proprio mettersi come minimo la protezione 50 ed usare le attenzioni che in Italia hanno solo quelli che si scottano facilmente. A parte il rischio ovvio di scottature si può incappare nel risultato opposto, se il viaggio dura i canonici 8 giorni: non riuscire a tornare abbronzati e quindi non fare invidia agli amici, o farne un po' meno.
Infine l'effetto isola. L'idea delle Maldive sarebbe proprio questa: la mitica isola sperduta in mezzo all'Oceano, ma con tutte le comodità che Robinson Crusoe ha conquistato in anni di duro lavoro. Più l'aria condizionata.
Solo che veramente la tipica isola si attraversa in 15' e si gira tutta in poche ore. Ideale per persone contemplative o coppie autosufficienti. Gli altri devono sapere che il resort vuol dire vivere nel lusso per una settimana, un contenitore perfetto, ma del tutto artificiale, anche se immerso nella natura (prima) incontaminata.


Nelle ultime foto il "multiplo" delle Maldive, il resort con zona centrale e bungalow su palafitte, in alcune delle molte variazioni sul tema.

Parco della Musica Card

Una buona idea una carta prepagata specializzata per l'acquisto di eventi all'Auditoriim di Roma. L'importo viene scaricato dal plafond che può essere poi reintegrato. Può essere anche regalato come le gift card di iTunes e Amazon. E da' diritto a sconti al bar.


Sarebbe una buona idea, almeno per chi non è interessato alla musica classica (non vale per tutti i concerti organizzati dall'Accademia di Santa Cecilia) se l'acquisto dei biglietti non dovesse essere effettuato per forza mediante un centro di prenotazione telefonica.
Che però è di quelli a pagamento, numero 892, per intendersi. Gestito da Lottomatica - Listicket. Costo di 1 euro e 24 centesimi al minuto più 15 centesimi alla risposta. Tetto di costo dichiarato per una durata massima della chiamata di 11', di 15 euro e 13 cent. Caro, ma sopportabile se rispondesse qualcuno. Però, essendo il servizio di interesse solo per chi ha la card probabilmente le chiamate sono molto poche e gli operatori ancora meno e trovare un orario al quale risponde qualcuno è una sfida. Anche perché si tratta di un numero che solo in pochi uffici con amministratori distratti è usabile liberamente. Ed è disponibile solo in orario di ufficio, dalle 10 alle 18 e dal lunedì al venerdì. Certo, non tutti lavorano ad orario.
Quelli che non hanno l'obbligo di chiamare il call center, visti i costi, useranno sicuramente internet.  Molto più comodo e gratis o, almeno, a commissione fissa. Da qui la supposizione che le chiamate siano ben poche. E ancor meno quelle a buon fine.

(Fotografia di Mimmo Jodice)
Questo però non danneggia più di tanto il fatturato del call center. Perché per venire a sapere che tutti gli operatori sono impegnati e ricevere il consiglio di richiamare più tardi  passa giusto giusto un minuto, e quindi ogni tentativo costa un euro e spiccioli. Dopo essere stati avvertiti correttamente che la chiamata è a pagamento e che i costi sono quelli riportati prima. Ma è un avvertimento quasi inutile, visto che altri sistemi per prenotare e usare la card non ci sono.

Il risultato è che con un po' di tentativi a vuoto, più la chiamata con l'operatore, se si riesce a parlarci, che è opportunamente allungata da diversi messaggi informativi ulteriori, se ne vanno via diversi Euro, e anche buona parte dello sconto per gli eventi normali.
Viene da pensare che lo recuperano così, ed è questo il motivo per cui bisogna per forza chiamare il call center.

Ultima caratteristica peculiare di questo servizio è l'uscita anticipata. E' sistematico, se si chiama dopo 17 e 45 la voce registrata informa che il servizio è operativo dalle 10 alle 18 ... e poi attacca.


Esiste una soluzione? Sì, quella classica: andare di persona al botteghino, dove si possono fare tutte le operazioni mostrando la card. Orario 11-20 tutti i giorni festivi inclusi (molto più comodo). Bisogna spostarsi ma per una volta il sistema tradizionale conviene.

Le isole greche

Un villaggio di case bianche affacciato su un porticciolo, spiagge deserte, scogli a picco sul mare azzurrissimo, trasparente e ricco di vegetazione sottomarina per la gioia degli apneisti, interno con rari rustici per i pastori, stradine sterrate o asfaltate su una sola corsia che portano a panorami sul mare e tramonti da cartolina, gente cordiale e ristorantini sulla spiaggia dove mangiare involtini in foglia di vite o insalata con la feta, accompagnate da vino resinato ghiacciato o semplici aperitivi a base di Ouzo, sardine e olive. E prezzi bassi.

Ecco il ritratto della piccola isola greca nella quale tutti vorrebbero passare le loro vacanze al mare e che tutti (tranne il popolo della notte) cercano..E qualcuna che assomiglia a questo ottimistico identikit ne rimane ancora. E come fanno a resistere? Semplice: ci vuole molto tempo per raggiungerle, non sono adatte alle vacanze veloci, ai pacchetti di viaggio.Quelle più vicine e raggiungibili, nelle quali hanno investito magari in aeroporti, sono invece inesorabilmente trasformate in villaggi vacanze (quando va bene) o periferia urbanizzata (negli altri), ci hanno pensato gli stessi greci, e se dobbiamo cercare a fatica i riflessi dello splendore del tempo che fu possiamo anche restare in Italia, a fare gli stessi sforzi.

Raggiungere (e ripartire) da un'isola lontana non è facile non perché si debbano superare particolari ostacoli naturali, ma solo per problemi organizzativi. Poiché l'isola ideale non ha aeroporto (altrimenti cessa di essere ideale in pochissimo tempo) bisogna raggiungerla con una imbarcazione. Chi ha fretta e vuole sfruttare la maggiore parte delle vacanze sull'isola anziché in viaggio potrebbe essere tentato da un veloce aliscafo, se c'è. Errore, l'aliscafo non parte se il mare è grosso, eventualità non impossibile se ci si trova nel mezzo del Mediterraneo orientale. E se non parte vuol dire rimanere magari un giorno in più nell'isola con aeroporto (o ad Atene) o nell'isola-obiettivo alla ripartenza. Il che con i pacchetti con voli low-cost può essere un bel problema, perché sono a biglietto chiuso, si perde tutto e il nuovo biglietto non sarà low-cost.

E anche all'arrivo, se abbiamo in tutto 5 o 6 giorni pianificati sull'isola, perderne uno o due fa la differenza, a parte il fatto che li dovremo probabilmente pagare lo stesso. Meglio quindi il traghetto tradizionale, che però magari ci mette lo stesso un intero giorno, e se il mare è grosso grosso non parte neanche lui.

Soluzioni? Per chi non abbia la possibilità di arrivare all'isola con la propria barca a vela e starci un mese, una sola (analoga): prendere più tempo, almeno 10 giorni, meglio 15 o più. E progettare con cura anche il viaggio, non soltanto il soggiorno. Studiare come passare il tempo di attesa nell'isola con aeroporto individuando le cose da vedere e le possibilità di lasciare i bagagli (che devono sempre essere i più leggeri possibile) in deposito da qualche parte nell'attesa. Lasciare un giorno tampone prima della ripartenza. Più facile partire prima (al limite pagando una notte in più), se le previsioni del tempo volgono al brutto, piuttosto che perdere il volo. E verificare sempre se un biglietto open costerebbe poi molto di più.




(Le immagini sono di un'isola reale che almeno in parte risponde all'identikit. L'aspirante viaggiatore deve però scoprire da solo qual è, non è difficile).