Un angolo di Giappone a Roma

Non parliamo di ristoranti, ma di giardini in puro stile orientale, come noto del tutto diverso dal nostro approccio occidentale, che sia nello stile italiano, francese o inglese. Per apprezzare la magia di un giardino giapponese, organico o zen che sia, bisognerebbe investire il tempo, l'impegno (e i soldi) richiesti da un viaggio nel controverso ma affascinante paese del Sol Levante, prendere un aereo e scendere a Kyoto, soggiornare nelle locande tradizionali (ryokan) e magari esplorare (in treno) luoghi ancor meno battuti nel Nord dell'arcipelago.


A Roma però è possibile un assaggio, una breve immersione nell'armonia tra natura, scorrere del tempo (e noi), obiettivo del giardino giapponese, grazie al Centro di cultura giapponese, nato parecchi anni fa (nel 1962) e ospitato in una sede che, anche come scelte architetturali e materiali, rispetta le regole dell'abitazione tradizionale, pur se adattata alle esigenze di una costruzione moderna.
Oltre che iniziative orientate alla diffusione della cultura giapponese, all'apprendimento della lingua e a mostre d'arte o di fotografie (al momento è visibile la mostra Memoria senza suono, con immagini in bianco e nero molto belle del fotografo Koji Inoue sul Giappone negli anni '50 e '60), non manca un piccolo giardino giapponese organico (con piante erba ecc.) accuratamente progettato in sintonia con il terreno originale, come da regole, e dotato di 5 alberi di ciliegi da fiore, pini nani, glicini, laghetto e pietre accuratamente disposte.


C'è tutto insomma, anche se in piccolo, e una immersione nell'armonia di un vero giardino giapponese la si può sperimentare, anche se la visita sarà in gruppo e guidata, e bisognerà avere pazienza, provare a prenotare più volte, soprattutto nella breve stagione della fioritura dei ciliegi e del glicine, e in tanti vogliono visitarlo. Conviene appoggiarsi a qualche organizzazione.