Il Duomo di Fidenza secondo Google Foto

Non solo Siri, anche Google Foto ha un assistente (virtuale) che prende pure iniziative. Come fare una elaborazione su una mia foto standard fatta di notte con un iPhone SE e propormela gentilmente. Il risultato è questo.

In treno un Italia - Istruzioni per l'uso

La rete in alta velocità che copre buona parte del territorio nazionale (anche se non ancora il Sud) ha cambiato fortemente le abitudini dei viaggiatori che usano molto meno l'aereo o l'auto propria per viaggi interni dove il treno è vincente sia per tempi sia per costi.


I costi
Partiamo dai costi perché evidentemente viaggiando da tot persone in su di una stessa famiglia l'auto diventa ovviamente più conveniente. Un tempo bastava che fossero 2 o 3, ma da alcuni anni e' arrivata la competizione tra due gestori, Trenitalia e Italo, e anche l'adozione da parte delle due compagnie di politiche di sconti mutuate dalle compagnie aeree low cost.
Quindi i biglietti standard flessibili modificabili come orario fino a pochi minuti dalla partenza e usabili più volte esistono sempre, e per viaggiare in due hanno un costo comparabile all'auto, però con tempi sempre inferiori e comodità e fatica ovviamente inferiori. Ma esistono le tariffe low cost, non modificabili ne rimborsabili ma che costano anche meno della metà.

Come sfruttarle al meglio
Per prima cosa è opportuno scegliere per quanto possibile date e orari meno battuti, i giorni centrali della settimana, le ore centrali del giorno, le ore che prevedono un arrivo a tarda sera. Inoltre, come per i voli low cost, prenotando molto tempo prima.
Per seconda cosa confrontare sempre le offerte dei due gestori. Trenitalia fa una politica di sconti meno aggressiva perché ha ancora una rete più estesa ma a volte i suoi prezzi possono essere inferiori ad Italo.
Per terza cosa, ricordare che le tariffe scontate sono disponibili fino a due giorni prima, il giorno prima o il giorno stesso c'è solo la tariffa flex. Salvo offerte last minute direttamente in stazione, per esempio da Italo in appositi punti vendita, almeno alla data di queste note.

Per consultare i prezzi ci sono i siti web e le app dei due gestori da cui si può anche comprare il biglietto online come sempre. Alcune cose da sapere:
• In alternativa c'è la biglietteria telefonica, si chiama un numero gratuito (060708 per Italo ) e un operatore aiuta a individuare la combinazione migliore. Le opzioni di sconto e la possibilità di viaggiare su una classe superiore senza costi aggiuntivi o pagando 1 € in più sono tante e possono sfuggire e quindi questa comoda alternativa e' da valutare e da preferire soprattutto quando il viaggio è lungo. Perché la consulenza ha un costo seppur basso (3 € per biglietto).
• Ci si può registrare come cliente per entrambi i due gestori, si ottengono punti ed è necessario per usare le app. Ma si possono acquistare in questo modo solo biglietti per se' o se viaggia anche chi si è registrato, per l'obbligo di indicare il nome del passeggero.
• Se il treno su cui abbiamo acquistato il biglietto e' soppresso per motivi dipendenti dal gestore (ad esempio per sciopero) è possibile cambiare il viaggio su un altro treno chiamando il numero di assistenza (892020 per Italo, a pagamento e piuttosto costoso, idem per Trenitalia) senza pagare alcun sovrapprezzo, ovviamente chiamando per tempo.
• Controllare sempre anche gli altri sconti (bambini, over 60 ecc.) e applicarli se non già previsti.

Per viaggiare comodi
Le carrozze si distinguono essenzialmente per l'ampiezza dei sedili e lo spazio per le gambe. In prima classe e classi superiori ci sono 3 sedili per fila mentre in quelle più economiche sono 4 e più ravvicinati. Poi ci sono altre particolarità differenziati di tipo marketing ma meno importanti.
Se il prezzo è di poco più alto le carrozze a 3 posti possono anche essere preferibili, ma anche quelle a 4 consentono un viaggio confortevole e lo spazio è sempre superiore ad un aereo in economy. Più delicato l'aspetto clima nel senso che la climatizzazione soprattutto estiva non andrà mai bene per tutti. Portare sempre quindi vestiti comodi ma adattabili.
Per le valigie non ci sono limiti come in aereo, ma i bagagli non in dimensione trolley o simili devono essere lasciati in prossimità delle uscite e questo può generare qualche apprensione (non giustificata) usare trolley o borsoni con ruote di dimensioni generose è la soluzione più comode.
Per bevande e acqua se non siete in prima o classi superiori (dove la portano loro) la soluzione più comoda e' quella di Italo con le macchinette distributrici (a prezzi più elevati che al supermercato ma ragionevoli). Chiaramente portare da casa o da dove si parte la solita bottiglietta d'acqua da mezzo litro e' sempre una buona idea. Basta non caricarsi oltre.
Altro elemento di disturbo possono essere gli altri passeggeri (l'importante che non siate voi) che parlano al cellulare ad alta voce o non riescono a controllare i loro bambini irrefrenabili e neanche così piccoli. In questi casi la situazione è peggiore che in aereo, non ci sono hostess e steward e a fare la parte degli antipatici, cercando di non esagerare e puntando all'obiettivo e non a dimostrarvi superiori, dovrete essere voi. Altrimenti ignorare e astrarsi e' d'obbligo.

Accessori piccoli ma obbligatori
Il carica batteria per smartphone e tablet, perché la presa della luce e' sempre disponibile in ogni posto, e la cuffia o gli auricolari infraurali di qualità per ascoltare bene la musica o i film se messi a disposizione. Pochi grammi in più ma che possono essere utili o proprio necessari.

Ottiche per mirrorless

Le macchine fotografiche mirrorless hanno il vantaggio di avere un tiraggio molto ridotto.Il tiraggio è la distanza tra il sensore che riprende le immagine e l'innesto degli obiettivi intercambiabili. Un tiraggio ridotto consente, con un anello di raccordo, di montare tutti gli obiettivi delle reflex tradizionali, sia delle più recenti autofocus digitali e non, sia delle reflex meccaniche degli anni '70 e ancor prima.
Poiché più o meno tutti hanno in casa propria o del papà una reflex d'annata (forse anche due) molto probabilmente non più usata da anni, può essere molto interessante recuperare questi obiettivi, anche perché l'operazione costa poco o pochissimo.
Le mirrorless normalmente hanno formato APS-C, più piccolo del tradizionale 35 mm che usavano le reflex in questione, ma non di molto. Di conseguenza gli obbiettivi delle reflex montati sulla mirrorless hanno una focale più lunga e un angolo di campo più ridotto (il fattore è 1,6).
Gli obiettivi più interessanti da recuperare sono quindi i normali e i medio tele da ritratto o i teleobiettivi molto spinti (anche a specchio eventualmente). Rispetto agli obiettivi in dotazione alla mirrorless hanno il vantaggio di essere molto luminosi (un normale 50 mm è almeno 1,8 e così i medio tele) ed essendo ad ottica fissa in genere anche con risolvenza (determina la nitidezza) più elevata. Obiettivi equivalenti a focale fissa o zoom per la mirrorless hanno costi molto elevati, mentre questi sono gratis.

Anelli adattatori automatici e manuali
Se l'obiettivo da montare sulla mirrorless è manuale sia come messa a fuoco sia come regolazione del diaframma ovviamente non si pone il problema: tutti gli automatismi della mirrorless si perdono. Se invece è autofocus e con controllo elettronico del diaframma dalla macchina, come in quasi tutte le autofocus dagli anni '90 in poi, come gli EF delle Canon EOS, esiste l'alternativa tra anelli manuali e anelli più complessi, che mantengono anche questi automatismi (e perfino lo stabilizzatore d'immagine se presente). Una complessità che ha un costo, si parte dagli 80-90 € degli anelli prodotti da vari marchi made in China e dintorni alle centinaia di Euro degli apprezzati anelli Metabones, giustificabili quindi se il costo dell'obiettivo da riutilizzare era veramente consistente.

Il funzionamento in manuale
Un normale anello manuale, quindi privo di qualsiasi automatismo e costituito solo in pratica da due innesti, costa invece tra 10 e 20 € e consente di sperimentare questa possibilità in piena tranquillità. Inoltre, le mirrorless consentono di sfruttare buona parte delle loro caratteristiche anche senza integrazione con l'obiettivo. Vediamo come.

Diaframma o non diaframma
L'obiettivo da montare può avere o non avere il controllo del diaframma (tutti quelli più recenti non ce l'hanno). In questo caso una limitazione è inevitabile: la ripresa potrà avvenire solo a tutta apertura. Non è in realtà un grande problema perché nei tele obiettivi spinti si utilizza comunque spesso la piena apertura invece di diaframmare, per mantenere più veloce possibile il tempo di posa, i tele a specchio funzionano già all'origine solo a tutta apertura e i tele da ritratto si usano anche loro spesso a tutta apertura per sfocare lo sfondo e isolare il soggetto. Una funzionalità molto richiesta e simulata nelle digitali più recenti, che qui si recupera con la massima semplicità.

Abilitare l'obiettivo sconosciuto
Su molte mirrorless potrebbe essere necessario abilitare l'obiettivo estraneo che non comunica i suoi dati, altrimenti la macchina non scatta. Per la macchina è equivalente ad abilitare lo scatto senza obiettivo montato. Sulle Sony Nex e Alpha il comando si chiama Release w/o lens (without lens) e deve essere settato su "enable":

MENU → (Custom Settings) → [Release w/o Lens] → Enable

Il funzionamento in manuale
Nel mirino OLED o sullo schermo LCD della mirrorless la luminosità dell'immagine si può regolare a vista. Una volta selezionato il funzionamento in manuale si regolerà il tempo di posa (con l'anello posteriore nel caso delle Sony) ed eventualmente gli ISO fino a che la immagine apparirà corretta sullo schermo o nel mirino. Se l'obiettivo ha anche la ghiera di regolazione del diaframma si potrà regolarlo a vista anch'esso.

Il funzionamento in semi-automatismo
E' possibile anche preservare l'automatismo di ripresa impostando il funzionamento a priorità dei diaframmi. Il diaframma prioritario sarà quello impostato sull'obiettivo (o la tutta apertura) e la macchina regolerà i tempi. In più potremo regolare gli ISO se la luminosità è troppa o i tempi sono troppo lunghi.

L'autofocus non c'è
Questa è la limitazione maggiore perché si perdono anche le varie funzionalità di assistenza alla messa a fuoco e il mirino della mirrorless non ha gli ausili delle vecchie macchine come il telemetro a sdoppiamento d'immagine o ad immagine spezzata. Per ovviare a questa limitazione e mettere a fuoco con la massima precisione, come è richiesto dal fatto di operare a piena apertura (e quindi con minima profondità di campo) bisogna ricorrere ad una funzionalità presente in genere in queste macchine fotografiche, chiamata di solito Manual Focus Assistant o MF Assistant. Attivandola, la immagine nel mirino si ingrandisce alla sola parte centrale consentendo una agevole messa a fuoco.
Normalmente però questa funzionalità si attiva automaticamente toccando la ghiera di messa a fuoco selezionando il funzionamento in manuale o assistito, e questo non è possibile con un obiettivo ignoto.

Bisogna quindi accoppiarla ad un comando fisico della macchina, se questo non è previsto.
Sulle Sony Nex e Alpha queso è possibile con la funzione di menu "custom settings" personalizzando ad esempio per una diversa funzione il pulsante AEL (blocco dell'esposizione):

MENU -> [Setup] -> [Custom Key Settings] -> Assigns functions to the soft keys using [Func. of AEL button]

In alternativa si può sfruttare un'altra funzionalità tipica di queste macchine semi-professionale, ovvero la visualizzazione della gamma dinamica (dynamic range). Nel mirino o nello schermo vengono mostrate come lampeggianti le aree che superano la gamma dinamica disponibile, ma questo calcolo è possibile solo su aree definite, quindi a fuoco. Muovendo la ghiera di messa a fuoco ci si può quindi fermare quando sul particolare che avevamo prescelto per la messa a fuoco (e che quindi era certamente assai contrastato) si comincia a vedere il lampeggio.

Sony Nex-6 con obiettivo Canon EF 1.8 / 50 mm e adattatore semplice

Una immagine di prova scattata con l'obiettvo Canon
Un particolare ingrandito al 100% (corrispondente ca. a un poster 70x100 cm)
per verificare la correttezza della messa a fuoco

L'amica del viaggiatore: la macchina fotografica mirrorless

I viaggiatori che vedete in azione di solito imbracciano una macchina fotografica reflex (DSLR) con mirino ottico (ovviamente reflex) e formato APS-C. Effettivamente è la scelta migliore per fotografare, la più versatile. Una DSLR però non può essere compatta (proprio per il comodo e luminoso mirino ottico) e questo in viaggio è uno svantaggio.
L'alternativa sono le mirrorless APS-C, stesse prestazioni fotografiche, al prezzo solo di una relativa minore facilità d'uso in ripresa. Infatti come dice il loro nome, non hanno un mirino reflex ma un mirino elettronico OLED oppure ottico per la visione all'altezza dell'occhio all'aperto. In piena luce infatti, come tutti sanno, il comodo schermo posteriore LCD che hanno tutte le macchine digitali è in pratica inservibile.

Il mirino elettronico è la soluzione più comune e che garantisce la massima compattezza. Negli ultimi modelli è sufficientemente nitido e luminoso e consente un uso agevole e non troppo penalizzante rispetto alle reflex DSLR. Inoltre è collegato a tutto il sistema elettronico di ripresa e quindi si può regolare a vista sia l'apertura del diaframma sia il tempo di esposizione sia la sensibilità del sensore (ISO) oltre che vedere gli stessi dati dello schermo LCD.

Una mirrorless come la Sony A6000 (la A starebbe per alpha) modello successore delle popolari Nex-7 e Nex-6, ha dimensioni veramente compatte, soprattutto con il piccolo zoom retrattile Sony 16-55. Gli accessori possono essere il flash pieghevole F20M o i microfoni stereo o zoom se la macchina è utilizzata anche per fare video. Il tutto trova posto facilmente nello stesso zainetto che il viaggiatore userà per tutto quello che vuole portare in aereo, riducendo il bagaglio a mano ad uno in caso di limitazioni. E portando sempre dietro la macchina, mentre la più ingombrante e invasiva DSLR col suo corredo rischia spesso di rimanere in albergo o nel B&B.

La gamma di mirrorless alternativa più ampia è prodotta dalla Fujifilm, che però insegue la moda vintage, e quindi l'estetica retro per i suoi modelli, che risultano molto meno compatti, specialmente quelli con mirino ottico (più comodo in certi casi, meno versatile in altri). Molto compatte anche le mirrorless Canon, ma il mirino elettronico bisogna montarlo a parte sulla staffa del flash, che diventa quindi occupata per altri usi.
La Sony A6000 con obiettivo Zeiss 16-70 F4
La Sony A6000 con l'obiettivo zoom standard compatto 16-50 F3.5-5.6


Arrivare in aeroporto nel modo più comodo

Un viaggio impegnativo comincia quasi sempre in aeroporto e quindi arrivare senza problemi e con il massimo relax e' la prima condizione per la sua riuscita. Alcune avvertenze e consigli per il primo aeroporto d'Italia, valide quasi interamente anche per altri.



Come arrivare: taxi, auto, bus o treno

1.    non c'è dubbio che il taxi sia il sistema più comodo per arrivare, costa solo un po' caro, sopratutto andando da soli o in due, il prezzo imposto a Roma e' 45 € (verificare su ... se è cambiato) da dividere fino a 4 con vetture normali oppure 7 con i taxi minibus che si possono richiedere in prenotazione. Prenotare almeno il giorno prima.
2.    In auto la soluzione più economica e' il parcheggio lunga sosta. Per viaggi non lunghi costa meno di andate e ritorno in taxi. Le condizioni migliori si trovano prenotando e acquistando il biglietto online. C'è uno sconto standard (3%) più ulteriori sconti maggiori tanto e' più anticipata la prenotazione, come sui voli low cost. Lo svantaggio e' che bisogna arrivare in aerostazione con una navetta. Passa continuamente ma bisogna mettere in conto una ulteriore anticipazione  di almeno 20' sulla partenza, oltre che il carico e scarico delle valigie sulla navetta. Attenzione anche alla tabella orari delle navette se la partenza o l'arrivo sono in piena notte: corse diradate.
3.    I parcheggi in aerostazione (A, B, C, D, E) sono collegati direttamente con i terminal con percorsi tutti accessibili a trolley e valigie con rotelle e costano il doppio circa. Prenotando e pagando prima possono costare meno ed essere comunque concorrenziali rispetto al taxi, con solo un pizzico di comodità in meno. La lettera corrisponde alla distanza con l'aerostazione, il parcheggio E e' il più lontano (ma di poco) e ha un prezzo differenziato, leggermente inferiore.
4.    La prenotazione dei parcheggi si fa sul sito easyparkig e il pagamento non è rimborsabile. Come il biglietto dell'aereo peraltro, a meno che sia un rato e caro biglietto open.
5.    Le linee di bus privato sono almeno 4 e costano poco (prezzi a partire da 4 €), concorrenziali sul taxi anche per 4 persone e più, partono e arrivano però dalla stazione Termini e quindi il trasferimento si prolunga quasi sempre (con scarico e carico di valigie). Può essere una soluzione integrata con il taxi: andata in taxi e ritorno (meno vincoli di orario) in bus.
6.    Il treno rispetto ai bus e' più veloce, più comodo in aerostazione dove arriva proprio dentro ma equivalente in arrivo / partenza a/da Roma e costa anche di più.
7.    In sintesi: da 4 persone singolarmente paganti in su conviene il taxi, sotto conviene l'auto propria prenotando prima a meno di soggiorni lunghi. Confrontare sempre i costi sul sito easyparkig. Per risparmiare: bus o lunga sosta, ma in questo caso perché il trasferimento non diventi un sacrificio e' meglio avere un bagaglio leggero da cabina

Bagaglio a mano
Attenzione ai vincoli, a parte le dimensioni anche il peso non è libero. Il limite è 8Kg, quasi sempre rispettato vista la dimensione dei trolley, ma meglio pesarlo prima sulla bilancia di casa per non doverlo imbarcare perdendo ogni vantaggio (e pagando un extra sulle compagnie low cost).

E-ticket
Con il bagaglio a mano conviene sempre, si fa una fila in meno (solo una: quella inevitabile del controllo sicurezza) . Con il bagaglio da imbarcare bisogna fare per forza il check-in e relativa coda e quindi non cambia nulla, anche se le compagnie low cost di solito lo impongono.

Caraibi sì, ma ...

I Caraibi hanno una caratteristica fondamentale: sono come ci aspettiamo debbano essere e ci danno l'impressione di vivere in una cartolina o in uno screensaver. Rivedendo le nostre stesse foto (alcuni esempi reali in fondo) ci pare strano che le abbiamo fatte proprio noi e che non provengano da una brochure dell'ufficio del turismo.

Il mondo e la vita hanno però le loro inevitabili complicazioni e anche i Caraibi possono riservare sorprese, ed essere preparati ad affrontare e soprattutto a prevenire eventuali inconvenienti e deviazioni dalle attese è di fondamentale importanza per il pieno successo della vacanza.

Cercando di soffermarsi come sempre sui punti di attenzione che di solito pochi trattano vediamo brevemente: 1) cosa si intende per Caraibi  2) il giorno e la notte 3) il clima  4) la preparazione fisica 5) le alghe.

Caraibi vuol dire tante cose
Centinaia di isole grandi, molto grandi, piccole e molto piccole, più la costa continentale. Affacciate sia sul Mar dei Caraibi vero e proprio sia sull'Oceano Atlantico. Ordinamento statale e sociale il più vario, da isole ancora coloniali a stati indipendenti di vario orientamento, livello di vita, stabilità sociale e sicurezza interna. Il circuito del turismo tende a uniformare tutto nei suoi villaggi e hotel, ma il "fuori" ci sarà sempre ed ha la sua importanza, anche perché non atterreremo nell'albergo e l'albergo non sarà sempre totalmente autosufficiente.
Quindi conoscere e studiare prima i Paesi piccoli o grandi che abbiamo selezionato per la nostra "short-list" è un'ottima cosa, anche molto facile grazie al web e Wikipedia e simili.



Caraibi vuol dire Tropici e poca distanza dall'equatore
Quindi il giorno e la notte saranno molto vicini, come durata, alle 12 ore, più lunga di poco la notte nel periodo invernale (lo stesso che da noi) e più lungo di poco il giorno d'estate, ma in sostanza il giorno comincia intorno alle 6 e finisce intorno alle 18, per passare velocemente ad una notte estiva. Basta saperlo e non svegliarsi tardi se vogliamo sfruttare la parte principale del giorno. Il clima è più gradevole d'inverno, solitamente caldo ma non caldissimo, asciutto e ventilato. D'estate può essere più umido e a volte anche piovoso. Anche qui informarsi bene sul clima delle località che scegliamo, nel mondo web le informazioni non mancano. E non fidarsi di indicazioni generiche e di luoghi comuni (il clima cambia anche col tempo). Tenere conto in particolare che, più d'"inverno" che d'estate il tramonto arriva presto, se andiamo mangiare agli orari tipici italiani.


Andare preparati
Caraibi vuol dire un lungo viaggio aereo (anche 15-16 ore) con uno o due scali, una forte escursione termica (d'inverno), un cambio di fuso orario di 5-6 ore o più, e tanto sole. Richiede quindi un adattamento al nostro fisico, anche rapido perché non crediamo che siano molti i fortunati che potranno starci per un mese.



Il sole
La cosa che preoccupa di più i chiari di pelle è il sole e la possibilità di scottarsi e rovinarsi la vacanza, giusta preoccupazione perché il sole è più vicino allo zenith, quindi i raggi sono meno filtrati dall'atmosfera. Il giorno più corto e la naturale tendenza a non alzarsi proprio alle 6, più l'abbondanza di palme, riducono però il tempo di esposizione al sole e quindi gli accorgimenti consigliati di solito sono sufficienti anche per le pelli chiare. Accorgimenti che sono la protezione 50 o comunque minimo 30, molto waterproof e per le lunghe permanenza all'aperto (per esempio gite in barca o escursioni) il ricorso anche a magliette o cappelli ad elevata protezione. Sono indumenti tecnici che si trovano facilmente nei negozi di articoli sportivi o su Amazon e che forniscono una protezione molto superiore alle creme, fino 200 ed oltre, e anche waterproof costante, perché possono essere usate (le magliette) anche in acqua. Sono gli indumenti usati ad esempio da chi fa surf o windsurf.
Non devono essere usati sempre però, per la normale vita di spiaggia con ombrelloni sono sufficienti le normali precauzioni che, in base alla pelle, usiamo già nei nostri mari. Solo, con uno zelo maggiore: meno tempo per la seconda applicazione dopo un bagno in mare, attenzione alle zone dimenticate e non protette, cura particolare alle parti che sappiamo essere più sensibili.

Attenzioni che devono osservare anche le persone più scure di pelle e che si abbronzano facilmente, soprattutto se non più giovanissime (la produzione di melanina diminuisce con l'età). L'ideale è arrivare con la pelle già abituata almeno in parte al sole, ma se non è possibile si può sempre procedere testando nei primi 1-2 giorni la reazione della pelle con brevi esposizioni stando attenti a non scottarsi e poi regolarsi di conseguenza, ma non trascurando mai le dovute attenzioni. Gli indumenti anti-UVA sono comunque da portare sempre, anche per non rimanere del tutto bloccati in caso di scottature localizzate.
Per tutti è consigliabile una preparazione il mese prima base di carotene e vitamina D con gli integratori ormai comunemente disponibili in ogni farmacia.

Il clima
Soprattutto d'inverno a parte il sole sempre a mezzogiorno o quasi è molto simile alle estati ideali delle nostre parti: caldo, non umido e arieggiato (ricordarsi che il venticello rinfrancante è un altro fattore di rischio per le scottature) con rare bianche nuvole in cielo stile quadro. Più umido e a volte piovoso d'estate. Le piogge comunque anche se intense sono di solito brevi e tutto (anche noi) si asciuga in poco tempo.



La preparazione fisica
Non solo la pelle viene messa alla prova, ma anche altre parti del nostro fisico. Non è un problema il ciclo giorno / notte, perché il fuso orario cambia si sole 5 ore e di solito ci si abitua presto, ma il nostro apparato metabolico / digerente. Nei villaggi dei Caraibi come un po' in tutto il mondo i pranzi al buffet o nei ristoranti a tema propongono ogni bendidio e con quello che abbiamo pagato la tentazione quasi irresistibile è di lanciarsi nel provare un po' di tutto, considerando anche che l'acqua del mare o delle piscine non è fredda e si può provare ad infrangere la regola delle "tre ore dopo i pasti " della classica mamma italiana. Ed inoltre vedremo gli ospiti di altri paesi, americani e canadesi soprattutto, che mangiano tutto no limits apparentemente senza conseguenze.
Ma potremmo pagare caro questo eccesso di ottimismo, soprattutto se ai pasti senza freni associamo le bevande normalmente freddissime, all'uso americano. Il fatto è che loro sono abituati a mangiare male sempre e mettere chili di ghiaccio ovunque anche d'inverno, ma noi invece no, e non solo la classica dissenteria, ma soprattutto gli attacchi di vomito ripetuto, sono un rischio concreto.

Quindi, a parte portarsi in valigia un anti-dissenteria e un anti-vomito, il consiglio è di iniziare per gradi cercando di ricreare il più possibile, almeno nei primi giorni, la cucina mediterranea, sia come piatti sia come sequenza. Le verdure e la frutta non mancano e anche la pasta, spesso preparata al momento con condimenti a scelta, solitamente si trova ed è mangiabile, e a volte anche ben preparata. Lasciamo poi agli ultimi giorni le english breakfast più hard, gli antipasti creativi, salse, creme e dolci. E acqua e bibite sempre senza ghiaccio aggiunto.
Rinunceremo a qualcosa ma a molto meno di quello a cui dovremmo rinunciare per "fuori uso" di 1-2 giorni in una vacanza di 7-10 giorni.
Da valutare anche in questo caso una preparazione del nostro fisico con integratori alimentari, consultando il nostro medico o il nostro nutrizionista.



Le alghe
Altra cosa da mettere in conto è la invasione delle alghe. Più frequente sulla costa atlantica ma anche quella caraibica non ne è esente. E' un fenomeno dovuto al riscaldamento globale, sono elementi organici e non industriali, alberghi e strutture si ingegnano di fermarle o di eliminarle, ma sono veramente tante e quando arrivano le spiagge bianche dei Caraibi faticano molto a mantenere il loro fascino.
Un evento impossibile da prevedere se, come di norma, prenotiamo mesi prima, e anche a breve non c'è un bollettino delle alghe come il bollettino della neve. L'unica cosa è documentarsi molto bene sull'andamento storico della struttura che stiamo scegliendo, ma non da agenzie o enti del turismo, ma dai feedback dei turisti recenti su Tripadvisor. Facendo anche la tara perché a volte i turisti operano una rimozione freudiana, minimizzando il fenomeno e non parlandone o parlandone molto poco. Documentarsi bene e scegliere zone ragionevolmente non soggette al fenomeno, anche se costano un po' di più. Sarà una spesa aggiuntiva molto ben ripagata. Se però arrivano le alghe proprio sulla spiaggia del vostro albergo non rimarranno molte alternative: noleggiare gite o barche o spostarsi, il mare dei Caraibi deve essere goduto in pieno e non da una piscina.



Il mondo intorno
Soprattutto le isole più grandi (Cuba, Giamaica, Hispaniola), ma non solo, hanno una lunga storia e, a differenza di Maldive (che però sono molto più equatoriali) o Seychelles offrono molto anche per il turismo del viaggiatore. Ma in una settimana non si può fare tutto insieme, il pigro relax sul mare e il viaggiatore giramondo. Scegliere e tornare è la migliore soluzione per chi non può fermarsi almeno due settimane.

In sintesi
Partire d'inverno e trovarsi in poche ore spostati nel tempo 6 mesi avanti o indietro, e scoprire che andare in giro in infradito e pantaloncini quando il giorno prima eravamo in piumino sembra la cosa più naturale del mondo è una esperienza che bisogna fare. E chi la fa raramente non ci riprova. Indipendentemente dagli inconvenienti. Ma non è come andare in una bella località di mare del Mediterraneo, bisogna prepararsi e soprattutto informarsi molto bene.

Le foto sono recenti e originali, non provengono da un depliant, e sono di gennaio 2016.


Scorci di Roma. Rione Monti

In giro nel Rione Monti nel primo giorno dell'anno in cui si respira aria di primavera, con un obiettivo nuovo per la mirrorless Sony Nex-6.

La chiesetta di S. Maria ad Nives, all'angolo tra via del Colosseo e via del Cardello.
Chiesa sussidiaria della chiesa S. Maria ai Monti, quindi quasi inutilizzata
Contrasti architettonici tra la Tor de' Conti, medievale (fino a qualche anno fa
ospitava un ufficio pubblico del Comune, era la sede dei messi comunali)
e i palazzi di fine ottocento di Via Cavour

Via del Buon Consiglio, pochi vicoli a destra

Il retro del Collegio dei Maroniti Mariamiti
Il Collegio di Sant’Antonio abate, la sede dei Maroniti Mariamiti della Beata Maria Vergine, è l'edificio che si trova dal lato opposto della chiesa di S. Pietro in Vincoli, uno dei luoghi più visitati di Roma perché ospita il Mosè di Michelangelo, e che si trova a fianco della storica sede della facoltà di ingegneria de La Sapienza. Che ha un ingresso molto più pomposo, con scalinata e colonne, e spesso i turisti americani entano lì per cercare il Mosè, invece che nella piccola chiesa attigua.

La chiesa marionita è l'unica chiesa orientale rimasta fedele alla sede apostolica di Roma, ha seguaci come noto soprattutto in Libano e in Siria. Questi ultimi sono larga parte dei profughi siriani che stanno arrivando in Europa e in Italia dal loro paese in guerra e gli italiani, in teoria buoni cattolici, vorrebbero in maggioranza rimandare a casa loro.

Navigare su Internet in paesi extra-europei

Come si ricordava nel post precedente in Europa (UE) un accordo tra gli operatori e gli stati pone un tetto al roaming dati e quindi previene la eventualità di conti esagerati.
Una situazione che può invece ancora verificarsi nel caso in cui siamo in paesi extra-europei ed il contratto che utilizziamo è in abbonamento, anche se prevede il blocco del traffico o la riduzione della velocità senza costi aggiuntivi.

Difatti anche i contratti che prevedono questa limitazione solitamente la escludono per paesi extra-europei. Nel caso in cui vi dimentichiate di disabilitare il roaming dati e qualcun altro (figli e parenti) usi il vostro tablet o voi stessi lo facciate non accorgendovi che non siete in wi-fi, la connessione può partire e continuare senza limiti, con effetti assai consistenti sul conto telefonico.

Nel caso sia invece un contratto prepagato ricaricabile quello che avviene è soltanto il rapido azzeramento del credito e quindi il blocco della navigazione, senza grandi danni economici.
E a maggior scorno tutto ciò può succedere per distrazione anche quando siete in un albergo o in una località dove invece c'è il wi-fi gratuito.

La soluzione 1 è stare molto attenti. Ma una soluzione ancora più semplice ed efficace, sempre e solo se avete un abbonamento (anche magari un abbonamento associato alla linea fissa di casa) è togliere la carta SIM in abbonamento prima di partire. Se proprio vi serve navigare in 3G o 4G durante il viaggio, mettete al suo posto una normale carta SIM ricaricabile, dove al massimo perderete quanto avete caricato, cioè i soliti 25 €.

Ricordatevi però anche di disabilitare la funzione hotspot sul vostro smartphone (sempre se è in abbonamento), magari l'avete usato come router in precedenza ed è stata abilitata l'attivazione automatica, e quindi il vostro iPad si può connettere senza vostri interventi allo smartphone che fa da ponte, e che magari per distrazione è rimasto in roaming dati.

In sintesi, ricordarsi sempre, per paesi extra-europei:
  • di lasciare a casa la carta SIM in abbonamento dello smartphone sostituendola con una carta SIM ricaricabile (con un contratto estero, vedi post precedente);
  • se non è possibile (carta aziendale e simili), disabilitare il roaming dati sullo smartphone e controllare ogni giorno che sia ancora disabilitato;
  • di lasciare sempre a casa la carta SIM in abbonamento del tablet e sostituirla, ma solo se serve,  con una carta SIM ricaricabile (se non avete qualche carta da riattivare si acquista un nuovo contratto con 10-20€);
  • il tablet lo userete solo col wi-fi, che potrete acquistare in ogni destinazione nella quale andrete, con un costo per la navigazione conoscibile prima e non (a sorpresa) dopo.

Telefonare all'estero

Il roaming dati no-limits e' stato abolito anni fa in Europa e i conti a sorpresa da migliaia di euro (per chi è a contratto) non sono più un rischio (ma solo in Europa: attenzione).

Il costo per la chiamata e per gli SMS, soprattutto se è extra continentale, può essere però lo stesso molto più elevato che da noi, e scaricare in poco tempo il nostro credito.

La soluzione ci sarebbe e si chiama Internet. Con una connessione al web si può telefonare o video chiamare con Skype o con Hangouts a costi molto bassi (poche decine di centesimi per chiamate brevi). Il condizionale è d'obbligo perché sono necessari due pre requisiti solo apparentemente banali: wi-fi gratuito offerto dalla struttura ricettiva dove siamo e qualità della connessione. Il Wi-fi gratuito e' diffuso ma non è la regola, e se è a pagamento bisogna vedere quanto costa, per quante ore consente l'accesso e quante device può collegare (tipicamente ne servono almeno due, smartphone e tablet, se non tre per un secondo smartphone della/del partner, e se esiste una limitazione è disabilitato il routing verso una seconda device).


Ma ancora non basta perché il protocollo VoIP usato per trasmettere la voce richiede un ben preciso livello di QoS (Quality of Service, uno dei parametri caratteristici di una connessione) altrimenti le interruzioni rendono difficile o impossibile la conversazione o addirittura la connessione. Può essere una congestione locale (troppe connessioni contemporanee nell'albergo) oppure nella rete del luogo dove siamo, ma il risultato è lo stesso. Paradossalmente la video chiamata in alcuni casi può reggere un po di più perché vedere l'interlocutore aiuta a gestire le micro o non tanto micro interruzioni.

In sintesi almeno per un po' ancora conviene affidarsi alla rete voce, sottoscrivendo prima di partire un contratto estero adatto al paese dove andiamo, con il nostro gestore. Apparentemente costa, ma a conti fatto vedremo che sarà sempre meno di quanto pagheremo cercando di fare i moderni e dj sfruttare l'economica tecnologia web, ma pagando il wi-fi. Voce e SMS ci consentiranno di comunicare, e un quantitativo limitato di traffico web per mandare le foto via whatsapp o drive sarà incluso. Attenzione però di ricordarsi di non inviarle in formato pieno se abbiamo uno smartphone recente. Con poche foto da 100MB o più potremmo esaurire velocemente la banda giornaliera.

Kit di resistenza per viaggi transoceanici

Con gli aerei a lungo raggio più recenti dotati di motori sempre più potenti, come il Boeing 777 o l'Airbus A330, ma anche con il vecchio 747, la classica trasvolata transoceanica verso le Americhe dura meno di 10 ore, in particolare al ritorno verso Est (verso casa nostra) grazie a venti a favore in quota. Dieci ore che però sono sempre tante, e possono diventare molte di più se si aggiungono 1 o 2 scali tecnici. Una soluzione ampiamente adottata per coprire più destinazioni sia di arrivo sia di partenza e quindi abbassare i costi riempiendo l'aereo. Ogni scalo porta via minimo un'ora (ma spesso si arriva a 2-3, sempre senza scendere dall'aereo) e come niente si arriva così a 13-15 ore di volo a cui si aggiungono le rituali 3 ore richieste con anticipo per l'imbarco dalle norme di sicurezza.

Sulle lunghe tratte o long haul la formula low cost non è arrivata ancora e quindi il servizio a bordo comprende quasi tutto, bevande, un pasto pieno e un pasto light, coperte e cuscini, sistema di intrattenimento di bordo personale (schermo sui sedili sui penultimi ed ultimi aerei).

Il kit di resistenza
Per rendere il lungo viaggio sopportabile senza conseguenze sull'entusiasmo (all'andata) o sul rimpianto (al ritorno) servono poche cose, che però al momento di partire per qualche motivo ci si dimentica sempre. Le ricordiamo qui.


1) abbigliamento non solo comodo ma anche adatto a proteggerci nelle fasi iniziali e a volte finali dall'impianto di ricircolo dell'aria, regolato al massimo soprattutto in partenza per purificare l'aria e non controllabile dai passeggeri (sono le feritoie che corrono sopra o sotto le cappelliere). L'ideale è una felpa con cappuccio con zip anteriore, sia in estate che in inverno, capo universale per femmine e per maschi.

2) mascherina per gli occhi per dormire: a 40.000 piedi (12.192 mt) che è la quota di crociera dei moderni aerei se si viaggia di giorno (e all'andata se andiamo verso Ovest o al ritorno se torniamo da Est capiterà sempre) la luce e' accecante e per questo motivo fanno chiudere gli oscuranti, qualcuno semi aperto o aperto per sbaglio c'è sempre, poi ci possono essere i video accesi o l'apertura anticipata delle luci. Mettere la mascherina infischiandosene del look è la soluzione per evitare brevi sonni continuamente interrotti che fanno riposare molto meno;

3) (ma solo per i perfezionisti): ciabatte slim (tipo quelle degli alberghi); adottare in ogni caso scarpe senza lacci, mocassini o simili per toglierle e rimetterle rapidamente (anche nei controlli in aeroporto);

4) in aereo a lungo raggio l'acqua basta chiederla ma a volte occorre alzarsi, una bottiglietta da mezzo litro o 0,75 non gassata per ciascun componente del gruppo comprata prima di partire risolve ogni problema, integrata con le bevande che vi daranno comunque

5) bagaglio a mano light: per prevenire il mancato arrivo del bagaglio non resisterete alla tentazione di portarvi un trolley in cabina, almeno uno per coppia o famigliola, con il necessario per la sopravvivenza nel primo giorno; non è un problema perché ovviamente in voli a lungo raggio nessuno o quasi viaggia con solo il bagaglio a mano; il problema è lo zainetto o la borsa che contiene quello che vogliamo avere a portata di mano: smartphone, tablet, portafogli, passaporto, libri o riviste per ingannare il tempo, moleskine per appunti, macchina fotografica e così via. Deve essere posizionato sotto al sedile, altrimenti non potrete prenderlo quando siete obbligati ad indossare le cinture e quindi è in competizione con i vostri piedi nel poco spazio disponibile; distendere i piedi è fondamentale per mettersi comodi e dormire, tranne che per i bambini, e quindi ogni sforzo deve essere fatto per limitare al massimo questa dotazione e farla entrare in uno zainetto piccolo o in un borsello, lasciando il resto nella cappelliera (ma nel trolley perché più di due non ne possiamo portare);

6) auricolari o cuffie buone per ascoltare l'audio dei film o la musica del sistema entertainment: vengono forniti degli auricolari usa e getta, che magari su Emirates prima classe saranno della Bose, ma normalmente sono oggetti di qualità infima che rendono quasi impossibile seguire decentemente un film, se non riempendo il nostro prezioso sistema uditivo di suoni fortemente distorti; basta ricordare di portarseli e il problema non c'è; già quelli in dotazione con lo smartphone (se non è un iPhone: non sono inclusi) vanno bene, se poi riuscite a portarvi una cuffia compatta pieghevole sarà ancora meglio;

7) (solo se li avete già usati e trovati utili e comodi e siete abituati all'uso): cuscino per il collo e tappi per le orecchie; i sedili degli aerei non si reclinano completamente e il cuscino potrebbe imporre una posizione non del tutto naturale e in un viaggio in aereo è opportuno essere semi-vigili.

Sei più due semplici componenti / accorgimenti per un kit di viaggio che non vi farà arrivare freschi e riposati dopo un viaggio di 15 ore o più (scali intermedi inclusi) ma almeno ragionevolmente rilassati sì.