Il biglietto tradizionale? Rimane solo per chi compra direttamente alla biglietteria, o più comunemente alle macchine self-service, per quelli che non hanno una carta di credito e per gli ultimi affezionati alle agenzie di viaggio convenzionate, quelli che ancora credono che queste ultime abbiano accesso a fantomatici sistemi a loro dedicati attraverso i quali si trovino quel treno con gli orari ad incastro perfetto che loro cercano.
Invece usano lo stesso sito di Trenitalia che possono usare tutti e con il quale, senza grande sforzo, si può prenotare e pagare il proprio viaggio. Ottenendo il biglietto in formato elettronico, il famoso e-ticket. Che poi non è altro che un codice alfanumerico di 6 caratteri che può essere stampato (molti fanno così) oppure semplicemente acquisito con un SMS sul proprio telefonino o smart phone, che basterà mostrare al controllore. Niente più biglietto da dimenticare o da "obliterare" prima del viaggio (cosa che ci si dimentica fatalmente quando si è in ritardo) pena multe salate.
Ma solo per i treni Freccia Rossa (o altri colori) o lunghe percorrenze. Per i regionali ("veloci") il sistema e-ticket non è esteso (i controllori non hanno la macchinetta) e quindi, dopo aver acquistato il biglietto in rete, bisogna andare nella stazione più vicina, ad un self-service, a ritirare il biglietto. Non è una operazione lunga in sé, né complicata (basta selezionare "ritira biglietto" e fornire il codice a 6 caratteri e il nome e cognome collegato al biglietto). Il fatto è che, se la stazione non è proprio vicina a casa, si perde quasi tutto il vantaggio. Bisogna andare in stazione 2 volte, e probabilmente è più comodo a questo punto andare in stazione un po' prima e fare direttamente il biglietto al self service.
A meno che la partenza sia molto presto, siano previsti molti viaggiatori e treni pieni ecc. ecc.
Ma quando servono e a chi i regionali? Tutte le volte che si vuole andare in treno ad una destinazione che non sia una grande o media città, dove arriva il Freccia qualcosa. Una situazione non improbabile nell'Italia delle cento città e degli ottomila Comuni.