Caraibi sì, ma ...

I Caraibi hanno una caratteristica fondamentale: sono come ci aspettiamo debbano essere e ci danno l'impressione di vivere in una cartolina o in uno screensaver. Rivedendo le nostre stesse foto (alcuni esempi reali in fondo) ci pare strano che le abbiamo fatte proprio noi e che non provengano da una brochure dell'ufficio del turismo.

Il mondo e la vita hanno però le loro inevitabili complicazioni e anche i Caraibi possono riservare sorprese, ed essere preparati ad affrontare e soprattutto a prevenire eventuali inconvenienti e deviazioni dalle attese è di fondamentale importanza per il pieno successo della vacanza.

Cercando di soffermarsi come sempre sui punti di attenzione che di solito pochi trattano vediamo brevemente: 1) cosa si intende per Caraibi  2) il giorno e la notte 3) il clima  4) la preparazione fisica 5) le alghe.

Caraibi vuol dire tante cose
Centinaia di isole grandi, molto grandi, piccole e molto piccole, più la costa continentale. Affacciate sia sul Mar dei Caraibi vero e proprio sia sull'Oceano Atlantico. Ordinamento statale e sociale il più vario, da isole ancora coloniali a stati indipendenti di vario orientamento, livello di vita, stabilità sociale e sicurezza interna. Il circuito del turismo tende a uniformare tutto nei suoi villaggi e hotel, ma il "fuori" ci sarà sempre ed ha la sua importanza, anche perché non atterreremo nell'albergo e l'albergo non sarà sempre totalmente autosufficiente.
Quindi conoscere e studiare prima i Paesi piccoli o grandi che abbiamo selezionato per la nostra "short-list" è un'ottima cosa, anche molto facile grazie al web e Wikipedia e simili.



Caraibi vuol dire Tropici e poca distanza dall'equatore
Quindi il giorno e la notte saranno molto vicini, come durata, alle 12 ore, più lunga di poco la notte nel periodo invernale (lo stesso che da noi) e più lungo di poco il giorno d'estate, ma in sostanza il giorno comincia intorno alle 6 e finisce intorno alle 18, per passare velocemente ad una notte estiva. Basta saperlo e non svegliarsi tardi se vogliamo sfruttare la parte principale del giorno. Il clima è più gradevole d'inverno, solitamente caldo ma non caldissimo, asciutto e ventilato. D'estate può essere più umido e a volte anche piovoso. Anche qui informarsi bene sul clima delle località che scegliamo, nel mondo web le informazioni non mancano. E non fidarsi di indicazioni generiche e di luoghi comuni (il clima cambia anche col tempo). Tenere conto in particolare che, più d'"inverno" che d'estate il tramonto arriva presto, se andiamo mangiare agli orari tipici italiani.


Andare preparati
Caraibi vuol dire un lungo viaggio aereo (anche 15-16 ore) con uno o due scali, una forte escursione termica (d'inverno), un cambio di fuso orario di 5-6 ore o più, e tanto sole. Richiede quindi un adattamento al nostro fisico, anche rapido perché non crediamo che siano molti i fortunati che potranno starci per un mese.



Il sole
La cosa che preoccupa di più i chiari di pelle è il sole e la possibilità di scottarsi e rovinarsi la vacanza, giusta preoccupazione perché il sole è più vicino allo zenith, quindi i raggi sono meno filtrati dall'atmosfera. Il giorno più corto e la naturale tendenza a non alzarsi proprio alle 6, più l'abbondanza di palme, riducono però il tempo di esposizione al sole e quindi gli accorgimenti consigliati di solito sono sufficienti anche per le pelli chiare. Accorgimenti che sono la protezione 50 o comunque minimo 30, molto waterproof e per le lunghe permanenza all'aperto (per esempio gite in barca o escursioni) il ricorso anche a magliette o cappelli ad elevata protezione. Sono indumenti tecnici che si trovano facilmente nei negozi di articoli sportivi o su Amazon e che forniscono una protezione molto superiore alle creme, fino 200 ed oltre, e anche waterproof costante, perché possono essere usate (le magliette) anche in acqua. Sono gli indumenti usati ad esempio da chi fa surf o windsurf.
Non devono essere usati sempre però, per la normale vita di spiaggia con ombrelloni sono sufficienti le normali precauzioni che, in base alla pelle, usiamo già nei nostri mari. Solo, con uno zelo maggiore: meno tempo per la seconda applicazione dopo un bagno in mare, attenzione alle zone dimenticate e non protette, cura particolare alle parti che sappiamo essere più sensibili.

Attenzioni che devono osservare anche le persone più scure di pelle e che si abbronzano facilmente, soprattutto se non più giovanissime (la produzione di melanina diminuisce con l'età). L'ideale è arrivare con la pelle già abituata almeno in parte al sole, ma se non è possibile si può sempre procedere testando nei primi 1-2 giorni la reazione della pelle con brevi esposizioni stando attenti a non scottarsi e poi regolarsi di conseguenza, ma non trascurando mai le dovute attenzioni. Gli indumenti anti-UVA sono comunque da portare sempre, anche per non rimanere del tutto bloccati in caso di scottature localizzate.
Per tutti è consigliabile una preparazione il mese prima base di carotene e vitamina D con gli integratori ormai comunemente disponibili in ogni farmacia.

Il clima
Soprattutto d'inverno a parte il sole sempre a mezzogiorno o quasi è molto simile alle estati ideali delle nostre parti: caldo, non umido e arieggiato (ricordarsi che il venticello rinfrancante è un altro fattore di rischio per le scottature) con rare bianche nuvole in cielo stile quadro. Più umido e a volte piovoso d'estate. Le piogge comunque anche se intense sono di solito brevi e tutto (anche noi) si asciuga in poco tempo.



La preparazione fisica
Non solo la pelle viene messa alla prova, ma anche altre parti del nostro fisico. Non è un problema il ciclo giorno / notte, perché il fuso orario cambia si sole 5 ore e di solito ci si abitua presto, ma il nostro apparato metabolico / digerente. Nei villaggi dei Caraibi come un po' in tutto il mondo i pranzi al buffet o nei ristoranti a tema propongono ogni bendidio e con quello che abbiamo pagato la tentazione quasi irresistibile è di lanciarsi nel provare un po' di tutto, considerando anche che l'acqua del mare o delle piscine non è fredda e si può provare ad infrangere la regola delle "tre ore dopo i pasti " della classica mamma italiana. Ed inoltre vedremo gli ospiti di altri paesi, americani e canadesi soprattutto, che mangiano tutto no limits apparentemente senza conseguenze.
Ma potremmo pagare caro questo eccesso di ottimismo, soprattutto se ai pasti senza freni associamo le bevande normalmente freddissime, all'uso americano. Il fatto è che loro sono abituati a mangiare male sempre e mettere chili di ghiaccio ovunque anche d'inverno, ma noi invece no, e non solo la classica dissenteria, ma soprattutto gli attacchi di vomito ripetuto, sono un rischio concreto.

Quindi, a parte portarsi in valigia un anti-dissenteria e un anti-vomito, il consiglio è di iniziare per gradi cercando di ricreare il più possibile, almeno nei primi giorni, la cucina mediterranea, sia come piatti sia come sequenza. Le verdure e la frutta non mancano e anche la pasta, spesso preparata al momento con condimenti a scelta, solitamente si trova ed è mangiabile, e a volte anche ben preparata. Lasciamo poi agli ultimi giorni le english breakfast più hard, gli antipasti creativi, salse, creme e dolci. E acqua e bibite sempre senza ghiaccio aggiunto.
Rinunceremo a qualcosa ma a molto meno di quello a cui dovremmo rinunciare per "fuori uso" di 1-2 giorni in una vacanza di 7-10 giorni.
Da valutare anche in questo caso una preparazione del nostro fisico con integratori alimentari, consultando il nostro medico o il nostro nutrizionista.



Le alghe
Altra cosa da mettere in conto è la invasione delle alghe. Più frequente sulla costa atlantica ma anche quella caraibica non ne è esente. E' un fenomeno dovuto al riscaldamento globale, sono elementi organici e non industriali, alberghi e strutture si ingegnano di fermarle o di eliminarle, ma sono veramente tante e quando arrivano le spiagge bianche dei Caraibi faticano molto a mantenere il loro fascino.
Un evento impossibile da prevedere se, come di norma, prenotiamo mesi prima, e anche a breve non c'è un bollettino delle alghe come il bollettino della neve. L'unica cosa è documentarsi molto bene sull'andamento storico della struttura che stiamo scegliendo, ma non da agenzie o enti del turismo, ma dai feedback dei turisti recenti su Tripadvisor. Facendo anche la tara perché a volte i turisti operano una rimozione freudiana, minimizzando il fenomeno e non parlandone o parlandone molto poco. Documentarsi bene e scegliere zone ragionevolmente non soggette al fenomeno, anche se costano un po' di più. Sarà una spesa aggiuntiva molto ben ripagata. Se però arrivano le alghe proprio sulla spiaggia del vostro albergo non rimarranno molte alternative: noleggiare gite o barche o spostarsi, il mare dei Caraibi deve essere goduto in pieno e non da una piscina.



Il mondo intorno
Soprattutto le isole più grandi (Cuba, Giamaica, Hispaniola), ma non solo, hanno una lunga storia e, a differenza di Maldive (che però sono molto più equatoriali) o Seychelles offrono molto anche per il turismo del viaggiatore. Ma in una settimana non si può fare tutto insieme, il pigro relax sul mare e il viaggiatore giramondo. Scegliere e tornare è la migliore soluzione per chi non può fermarsi almeno due settimane.

In sintesi
Partire d'inverno e trovarsi in poche ore spostati nel tempo 6 mesi avanti o indietro, e scoprire che andare in giro in infradito e pantaloncini quando il giorno prima eravamo in piumino sembra la cosa più naturale del mondo è una esperienza che bisogna fare. E chi la fa raramente non ci riprova. Indipendentemente dagli inconvenienti. Ma non è come andare in una bella località di mare del Mediterraneo, bisogna prepararsi e soprattutto informarsi molto bene.

Le foto sono recenti e originali, non provengono da un depliant, e sono di gennaio 2016.