Il post precedente era dedicato a come muoversi con i mezzi pubblici a Roma, ora vediamo come si può visitare la città con i mezzi di trasporto più ecologici che abbiamo a disposizione, e quali avvertenze dobbiamo considerare. Nella prossima ed ultima passeremo ai mezzi a motore.
Girare Roma a piedi
La città è piuttosto estesa anche se non è tra le più grandi in numero di abitanti in Europa. Anche la zona più propriamente turistica è piuttosto vasta. Per attraversare a piedi il centro storico, da San Giovanni a San Pietro ad esempio, occorre più di un'ora. La città inoltre è su sette colli, come tutti sanno, e quindi a volte ci sono da affrontare (brevi) salite. Nonostante ciò una persona appena allenata può visitare la maggior parte dei punti di interesse turistico con trasferimenti dell'ordine di 30 minuti o poco più, non particolarmente impegnativi dal punto di vista fisico.
Le criticità sono altre. La prima, cioè la facilità con cui si può perdere la strada negli intricati vicoli del centro, è facilmente superabile ora con i navigatori disponibili su tutti gli smartphone. La seconda che rimane e anzi è in aumento è rappresentata invece dalla carenza di zone dedicate ai pedoni. Nel centro storico spesso non ci sono i marciapiedi, ma teoricamente sarebbe quasi per intero zona pedonale. Purtroppo questo a Roma vale appunto solo in teoria. Nel senso che nelle aree dedicate ai pedoni, che siano marciapiedi veri o propri o lati delle strade o piazze pedonali, i suddetti pedoni devono contendere gli spazi a loro teoricamente dedicati con scooter e auto parcheggiate (irregolarmente), venditori con i loro banchetti di oggetti di ogni genere, e ultimamente anche biciclette (in movimento). A Roma i mezzi pubblici non sono in grado di rispondere alle esigenze di mobilità di una grande città (per vari motivi anche storici sui quali qui sorvoliamo) e di conseguenza i romani ricorrono a qualsiasi altro mezzo a motore e no, saturando tutte le strade e tutti gli spazi di sosta.
Ma il principale problema per il turista non è condividere i marciapiedi, quando ci sono, con il loro uso improprio per attività commerciale o parking, ma l'ambiente nel quale dovranno condurre le loro passeggiate nella città. A parte il caldo notevole nei mesi estivi, che si può sopportare, il rumore del traffico, la continua attenzione per schivare auto, moto o ultimamente biciclette, l'aria non certo pulita e gradevole per l'eccesso di mezzi a motore, rendono i trasferimenti lunghi piuttosto gravosi, a meno che passino per i numerosi parchi della capitale.
In ogni caso tragitti brevi o medi saranno inevitabili e a volte anche gradevoli consentendo di scoprire angoli meno conosciuti della città. Consigliabili sempre scarpe comode e adatte alla stagione, cappelli ben coprenti nella stagione estiva e magari anche crema solare (a luglio e agosto il sole batte forte).
Da evitare gli infradito che in una città inevitabilmente non immacolata (nessuna lo è) riducono i piedi sporchi e inguardabili dopo poche centinaia di metri. Nonostante molti turisti soprattutto americani sembra che la pensino diversamente, Roma non è una città di mare.
Girare in bicicletta
Sono abbastanza diffusi i centri di noleggio di biciclette. In alcuni casi sono associati ad un tour con una guida, e sono un modo diverso e interessante per visitare la città vedendola più da vicino. A patto di evitare i tour programmati alle 2 del pomeriggio nei mesi di luglio o agosto, e a condizione di avere un discreto allenamento (le salite, pur non ripide, non mancano).
Per il noleggio individuale le cose sono un po' diverse e qualche avvertenza è d'obbligo. La prima riguarda lo stato della pavimentazione. In buona parte del centro storico, quindi nelle strade che il turista tipicamente percorrerà, la pavimentazione è quella tradizionale a "sampietrini", i cubetti di porfido che i francesi chiamano "pavé". Anche quando è perfettamente posata e manutenuta è poco adatta alle biciclette, scivolosa se appena umida e irregolare con effetto immediato sulla sella e chi ci sta sopra. A Roma sia per la estensione della rete stradale, sia per il traffico perenne che rende critico ogni intervento, sia per i costi elevati e il perenne stato di sofferenza del bilancio del Comune, sia per il traffico pesante che le strade a sampietrini devono sopportare (mentre erano state progettate per le carrozze a cavalli) lo stato della pavimentazione è in larga parte molto carente. Avvallamenti improvvisi, cubetti non allineati con scalini che possono danneggiare i pneumatici, rappezzi con asfalto a seguito di lavori o guasti, tombini non a raso, rendono i trasferimenti in bicicletta una prova impegnativa da affrontare con continua attenzione a dove si mettono le ruote (oltre che alle moto, alle auto e ai bus che sfrecciano accanto), piuttosto che una piacevole passeggiata. Può migliorare un poco la situazione (per la spina dorsale) una bicicletta dotata di ammortizzatori.
A questo si aggiunge il traffico di Roma e la scarsa familiarità con i ciclisti dei guidatori di auto e moto. A Roma infatti le biciclette sono tuttora piuttosto rare e non hanno ancora indotto modifiche nel modo di guidare, che rimane molto "aggressivo" (partenze a razzo ai semafori, scarso rispetto dei limiti di velocità e dei semafori e così via). Il ciclista in questo contesto con il suo mezzo molto più lento rischia di fare il vaso di coccio tra i vasi di ferro. C'è da dire che per fortuna il guidatore di Roma proprio perché può incontrare sorprese continuamente è il più attento del mondo e anche il ciclista inesperto o disattento sarà schivato magari all'ultimo momento, ma in sostanza si sta affidando agli altri. In più a peggiorare le cose il turista ciclista non conosce perfettamente la strada ne' quanto è adatta ad essere percorsa in bici e quindi ha ancora un handicap in più. I ciclisti autoctoni, che non sono pochi, adottano altri sistemi, in pratica applicano anch'essi lo stesso approccio aggressivo, utilizzando i marciapiedi e le corsie preferenziali dei mezzi pubblici come piste ciclabili, imponendosi nel mezzo della strada e sfidando i rivali a motore con una espressione del volto che significa "io faccio la cosa giusta, tu sentiti in colpa, inquinatore". Ma non è un approccio che il turista può adottare.
Naturalmente c'è da aggiungere anche l'aspetto inquinamento e allergie. Teoricamente a Roma tutte le auto sotto a Euro 4 hanno limitazioni, ma in pratica girano tranquillamente anche auto più vecchie (col trucco dell'alimentazione a GPL) e soprattutto furgoncini e camion per le consegne anche Euro zero. Lo stesso vale per i numerosissimi scooter, a volte ancora a 2 tempi. Ai tempi del sindaco Veltroni era stato introdotto un bollino blu obbligatorio per verificare se almeno questi mezzi meno recenti fossero a posto come manutenzione. Ma poi il sindaco Alemanno, votato soprattutto dagli automobilisti, sospese l'obbligatorietà, e il sindaco successivo, Marino, pur essendo un ciclista e un ambientalista a parole, dopo un anno non ha fatto ancora nulla per contrastare l'inquinamento, lasciando le stesse regole di Alemanno. Il risultato è che la qualità dell'aria è spesso sotto i limiti di legge europei e che una attività aerobica come la bicicletta nelle strade romane non sembra una scelta molto favorevole per la salute.
E le piste ciclabili a Roma? Qualcuna ce n'è, realizzata dai vari sindaci citati prima. Ma non coprono le zone turistiche oltre ad avere problemi di frequenti interruzioni, a non essere connesse tra loro e ad avere problemi frequenti di carente manutenzione. Per il turista che vuole girare Roma in bici è come se non esistessero.
E il bike sharing a Roma? C'era fino a qualche anno fa, sempre una idea realizzata del sindaco Veltroni. Poi abbandonata dal sindaco automobilista Alemanno e sinora non ripristinata dal sindaco ciclista Marino, che ha parlato più volte della necessità di ripristinare il servizio, anche molto più esteso, ma si è limitato a parlarne.
In conclusione
È sconsigliabile scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto per il turista, che sia la propria o noleggiata. Al limite può essere una soluzione solo per ciclisti molto esperti ed allenati e con buona conoscenza (o studio preventivo) di strade e percorsi.
La soluzione migliore rimane ricorrere in modo "smart" ai mezzi di superficie utilizzando le app che consentono di conoscere la loro disponibilità in tempo reale, integrando i trasporti con i mezzi con percorsi a piedi non troppo lunghi e nelle ore del giorno più favorevoli, e con percorsi in taxi per tratte più lunghe, o nel caso di percorsi ed orari meno adatti alle passeggiate.
Nessun commento:
Posta un commento