Come sanno tutti i lettori di Wikipedia, dentro
Villa Torlonia si può incontrare, proprio vicino al perimetro esterno, questa originale costruzione, in stile più o meno alpino, che era il buen retiro preferito del principe Giovanni Torlonia junior fino agli anni '30. Ampiamente danneggiata dall'uso improprio della villa dopo la guerra (accampamento militare), dagli anni di abbandono fino all'acquisto da parte del Comune di Roma ai tempi del sindaco Petroselli e dell'assessore Nicolini (1978), e infine da un incendio pochi anni dopo, la
Casina delle Civette è stata infine restaurata alcuni anni fa ed ora è un piccolo museo gioiello di Roma, uno di quegli itinerari insoliti o meno frequentati, ideali per il turista-viaggiatore che vuole stare lontano da luoghi che inevitabilmente saranno rovinati dal turismo di massa (e non gli lasceranno grandi ricordi).
Pur essendo originale nella struttura e avendo una storia interessante, intrecciata alle vicende controverse della famiglia Torlonia, la Casina in sé non avrebbe potuto giustificare un museo dedicato, e d'altra parte senza una destinazione chiara e un introito pur minimo la manutenzione sarebbe stata un problema. La curatrice dei musei nelle ville romane, Alberta Campitelli, ha avuto però una idea vincente partendo da una delle peculiarità della Casina, gli interni caratterizzati da un grande numero di vetrate in stile liberty, secondo la moda dei primi decenni del secolo scorso. Vetrate difficili da produrre ora, in vetro colorato direttamente nella pasta, con una ampia gamma di sfumature, pezzi minuscoli e così via. Di grande valore, pur essendo questa forma d'arte non più attuale. Ovviamente molte erano andate distrutte, ma altre erano state nel tempo conservate nei magazzini, oppure vendute per ville private e ancora recuperabili, oppure ricostruibili grazie ai disegni originali che invece erano in gran parte disponibili.
Dopo un intenso lavoro la Casina è stata risarcita di buona parte delle sue vetrate originali, e così un visitatore di oggi può entrare in questo mondo vintage e in questi arredi che riportano ad un tempo nel quale l'estetica e le scelte stilistiche dominavano il mondo.
Uno dei più fortunati ritrovamenti, la
vetrata dei pavoni. Era rimasto solo il disegno in grande formato, ed era esposto in una mostra al Palazzo delle Esposizioni dedicata appunto alle vetrate liberty, diversi anni fa. Sulla descrizione era riportato che l'originale era smarrito e probabilmente distrutto. Quando una signora di una certa età, parlando con la curatrice della mostra, presente in quei giorni, le chiede come mai fosse scritto che era perduta, visto che invece stava nella cantina di casa sua, nella sua villa in campagna. Naturalmente è seguita subito una trattativa ed un acquisto, a un prezzo anche ragionevole (la signora non ne approfittò) di questa "arte di luce" che tutti ora possono ammirare. Nella immagine che segue uno dei soffitti affrescati nella Casina.