Le isole greche

Un villaggio di case bianche affacciato su un porticciolo, spiagge deserte, scogli a picco sul mare azzurrissimo, trasparente e ricco di vegetazione sottomarina per la gioia degli apneisti, interno con rari rustici per i pastori, stradine sterrate o asfaltate su una sola corsia che portano a panorami sul mare e tramonti da cartolina, gente cordiale e ristorantini sulla spiaggia dove mangiare involtini in foglia di vite o insalata con la feta, accompagnate da vino resinato ghiacciato o semplici aperitivi a base di Ouzo, sardine e olive. E prezzi bassi.

Ecco il ritratto della piccola isola greca nella quale tutti vorrebbero passare le loro vacanze al mare e che tutti (tranne il popolo della notte) cercano..E qualcuna che assomiglia a questo ottimistico identikit ne rimane ancora. E come fanno a resistere? Semplice: ci vuole molto tempo per raggiungerle, non sono adatte alle vacanze veloci, ai pacchetti di viaggio.Quelle più vicine e raggiungibili, nelle quali hanno investito magari in aeroporti, sono invece inesorabilmente trasformate in villaggi vacanze (quando va bene) o periferia urbanizzata (negli altri), ci hanno pensato gli stessi greci, e se dobbiamo cercare a fatica i riflessi dello splendore del tempo che fu possiamo anche restare in Italia, a fare gli stessi sforzi.

Raggiungere (e ripartire) da un'isola lontana non è facile non perché si debbano superare particolari ostacoli naturali, ma solo per problemi organizzativi. Poiché l'isola ideale non ha aeroporto (altrimenti cessa di essere ideale in pochissimo tempo) bisogna raggiungerla con una imbarcazione. Chi ha fretta e vuole sfruttare la maggiore parte delle vacanze sull'isola anziché in viaggio potrebbe essere tentato da un veloce aliscafo, se c'è. Errore, l'aliscafo non parte se il mare è grosso, eventualità non impossibile se ci si trova nel mezzo del Mediterraneo orientale. E se non parte vuol dire rimanere magari un giorno in più nell'isola con aeroporto (o ad Atene) o nell'isola-obiettivo alla ripartenza. Il che con i pacchetti con voli low-cost può essere un bel problema, perché sono a biglietto chiuso, si perde tutto e il nuovo biglietto non sarà low-cost.

E anche all'arrivo, se abbiamo in tutto 5 o 6 giorni pianificati sull'isola, perderne uno o due fa la differenza, a parte il fatto che li dovremo probabilmente pagare lo stesso. Meglio quindi il traghetto tradizionale, che però magari ci mette lo stesso un intero giorno, e se il mare è grosso grosso non parte neanche lui.

Soluzioni? Per chi non abbia la possibilità di arrivare all'isola con la propria barca a vela e starci un mese, una sola (analoga): prendere più tempo, almeno 10 giorni, meglio 15 o più. E progettare con cura anche il viaggio, non soltanto il soggiorno. Studiare come passare il tempo di attesa nell'isola con aeroporto individuando le cose da vedere e le possibilità di lasciare i bagagli (che devono sempre essere i più leggeri possibile) in deposito da qualche parte nell'attesa. Lasciare un giorno tampone prima della ripartenza. Più facile partire prima (al limite pagando una notte in più), se le previsioni del tempo volgono al brutto, piuttosto che perdere il volo. E verificare sempre se un biglietto open costerebbe poi molto di più.




(Le immagini sono di un'isola reale che almeno in parte risponde all'identikit. L'aspirante viaggiatore deve però scoprire da solo qual è, non è difficile).

Nessun commento:

Posta un commento