Che e' una necessità ineludibile quando si esce dall' Europa, ma non lo era all'interno della Comunità Europea.
Dove ai bei tempi si poteva circolare liberamente, senza neanche mostrare i documenti, come quando si va dall'Emilia alla Toscana, grazie agli accordi di Schengen, usando la stessa moneta oppure, se proprio era necessario cambiare, coprendo i costi del cambio col cambio più favorevole dell'Euro . Schengen e' pian piano sparito sotto i colpi del pericolo terrorismo e della fobia per l'immigrazione clandestina. E ora anche il cambio deve essere attentamente valutato se il nostro obiettivo sono, per esempio, i paesi scandinavi, per vedere se veramente sono così pericolosi come li descrivono i thriller di moda.
Alla commissione del cambio non si sfugge. Il modo migliore per cercare e ottenere un cambio il più possibile vicino a quello ufficiale e' effettuare l'operazione prima di partire, alla nostra banca. Sperando naturalmente che nel tempo che passerà prima del viaggio le fluttuazioni non ci penalizzino. Ma avendo poi il problema di partire con un mazzo di banconote e con i relativi patemi d'animo.
Usando invece la strategia più comoda, quella di usare in prevalenza la moneta elettronica, dovremo sopportare inevitabilmente il tasso di cambio deciso dal gestore, inevitabilmente più alto (ma non a nostro vantaggio) per coprire, dicono, i loro costi (più probabilmente: i loro guadagni).
Poco male quando alla fine era il 2 o 3 % in più, a conti fatti. Ora invece, confrontando i costi di paesi dentro e fuori l'area euro ci possono essere differenze del 10 o del 20%. Variabili in base al momento e quindi, per giunta a sorpresa. Quindi rimanere in area euro, nei 17 paesi che (almeno per ora) condividono anche la stessa moneta, equivale a viaggiare con lo sconto. Ed e' quindi consigliabile, non solo per l'interesse nazionale.
Fjällbacka in inverno |
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